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Alfano: serve una linea precisa per ripartire

Il ministro della Giustizia Angelino Alfano

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Ora il governo deve predisporre un «quadro preciso di scelte politiche e programmatiche». Pochi minuti dopo la pubblicazione dei dati ufficiali sul referendum, Angelino Alfano deve affrontare per la prima volta da segretario nazionale del Pdl il ruolo di uomo-scudo contro gli attacchi al partito di Silvio Berlusconi e al suo governo. «Il Pdl - dice Alfano - ha chiarito già da tempo di non considerare quella dei referendum una scadenza politica sulla quale impegnarsi come partito e tantomeno come maggioranza di governo». Insomma, in via dell'Umiltà hanno lasciato libertà di scelta, di partecipare o meno al voto. Tanto che alcuni si sono recati alle urne, altri no. Quindi, nessuna sconfitta. Questa è la tesi difensiva. Non a caso il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, sottolinea che «il risultato è chiaro e ad esso ha contribuito la partecipazione anche di moltissimi elettori non di sinistra. Non c'è dubbio - spiega Gasparri - che i fatti di Fukushima hanno avuto un peso decisivo per far crescere la partecipazione. Peraltro le norme sul ritorno al nucleare erano state già abolite dal Parlamento, ma ciò secondo la Cassazione non era sufficente. Il governo ha però il diritto-dovere di andare avanti, in ossequio ai risultati delle elezioni politiche e alla fiducia più volte ottenuta in Parlamento». Ora per andare avanti c'è bisogno, è il disegno del senatore, del rilancio del progetto Pdl e una forte e chiara iniziativa del governo. Una linea seguita anche dal capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Parole al veleno arrivano invece dal sottosegretario Stefania Craxi: «Un ciclo è finito. Anche se a mio avviso non si deve dimettere subito, Berlusconi comunque nel 2013 non dovrebbe ricandidarsi». Controbatte puntuale il ministro della Difesa Ignazio La Russa: «Non penso che il centrodestra oggi possa fare a meno della leadership di Berlusconi». C'è di certo, al di là della linea ufficiale, la presenza di un venticello ribelle in via dell'Umiltà. Gianni Alemanno invita a non minimizzare il risultato: «È fin troppo evidente che in questo voto si sono intrecciati problemi politici e tematiche programmatiche di alto profilo. Il centrodestra non può in alcun modo minimizzare questo risultato e deve trarne conseguenze dal punto di vista della propria rotta politica e da quello dei propri contenuti programmatici». Sul futuro del Pdl interviene anche Claudio Scajola, chiedendo maggiore impegno «per rimettere insieme il popolo del centrodestra e dei moderati. Bisogna uscire da alcuni accenti estremi e riportare tutto alla concretezza delle cose».

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