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segue dalla prima di MARIO SECHI Così, nel silenzio e nell'ignavia, si è giunti al voto.

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Attendiamooggi l'esito finale. Ma in ogni caso, quorum o meno, siamo di fronte a un problema che non è più eludibile: la spinta propulsiva del berlusconismo si sta esaurendo. Lo scrivo ben conoscendo il fenomeno, avendolo raccontato e studiato nei dettagli fin dall'inizio e condividendo i suoi non pochi aspetti innovativi che hanno cambiato il nostro scenario politico. Senza Berlusconi non avremmo mai avuto l'alternanza di governo, il programma e il patto con gli elettori, la misurazione del feeling tra maggioranza e Paese attraverso i sondaggi, il rapporto stretto tra audience e consenso, la sottoposizione del conflitto di interessi alla sanzione del voto popolare, la rottura dell'oligopolio del governo a favore di un establishment eterno, la nascita di un movimento di massa che ha impedito ai postcomunisti di salire al potere proprio mentre sulle loro teste crollava il Muro di Berlino, un paradosso storico evitato grazie al Cav, il racconto e la narrazione di un'alternativa al modello di cogoverno Dc/Pci - ma con la conventio ad excludendum contro i comunisti - basato sulla competizione di visioni differenti del mondo. Credetemi, si tratta di un record straordinario di fatti che hanno permesso al Cavaliere di stare in sella per un ciclo politico lunghissimo, diciassette anni, oggi il più lungo in Occidente. Dopo la caduta di Milano e Napoli, un quorum centrato e una strabordante vittoria dei Sì sarebbe un colpo enorme sul governo. Proveranno a minimizzare, a dire che non cambia nulla e va tutto bene madama la marchesa. Errore già fatto per le amministrative. Nascondere la sabbia sotto il tappeto non serve a niente. E non serve a niente, perfino in caso di flop del quorum, tirare a campare dicendo che così non si tirano le cuoia, perché in realtà le cuoia si tirano lo stesso, ma con una lenta e dolorosa agonia che porterà dritta all'implosione del centrodestra e a una crisi paragonabile a quella dei conservatori inglesi, i quali dopo aver perso la guida di Margareth Thatcher si ritrovarono ad affrontare una traversata nel deserto lunga quindici anni prima di scoprire un nuovo giovane leader, David Cameron. Oggi tutto questo, in assenza di una correzione di rotta da parte di Berlusconi, intuizioni innovative, riforme radicali e coraggio, è alle porte. Visioni? No, perché anche questa previsione, da oggi comincerà a essere misurabile.

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