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Più soldi e meno ore È la vita da statale

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Èscontro sugli aumenti salariali dei dipendenti pubblici. Secondo i dati di Bankitalia le retribuzioni reali (al netto quindi dell'inflazione) dei lavoratori della pubblica amministrazione sono aumentate negli ultimi otto anni del 22,4%, oltre tre volte la media degli aumenti del complesso degli stipendi (6,8%). Dati questi però contestati dai sindacati secondo i quali lo studio metterebbe insieme gli aumenti degli impiegati pubblici con quelli dei lavoratori non contrattualizzati (magistrati, professori universitari ecc.) che sarebbero stati nel periodo molto superiori. I sindacati quindi mandano un segnale chiaro al Governo: non intervenga sui travet perché questi hanno già dato con la manovra correttiva dell'anno scorso che ha bloccato il turnover e gli aumenti contrattuali fino al 2013. Dalle tabelle allegate alla Relazione annuale di Bankitalia emerge un'immagine del lavoro pubblico che sembra confermare gli stereotipi: un posto «garantito», con un orario annuale inferiore a quello del privato di 266 ore (1.438 contro 1.704) e, soprattutto, stipendi più ricchi. Quelli medi reali sono passati dai 23.813 euro del 2002 a 29.165 euro nel 2010. Mentre i lavoratori dipendenti sono passati da 21.029 euro a 22.467 (+6,8%), ma con grandi differenze tra i vari comparti. «Sono dati formalmente veri ma sostanzialmente falsi - commenta il numero uno della Uil Luigi Angeletti - hanno messo insieme le retribuzioni dei dipendenti contrattualizzati insieme a quelle dei non contrattualizzati. Le prime sono cresciute in linea con l'inflazione mentre le seconde (magistrati, professori universitari ecc.) sono cresciute del 40%. Se si devono mettere le mani sui pubblici le mettano sui non contrattualizzati. Gli impiegati pubblici hanno già dato». «Gli amici di Bankitalia hanno avuto qualche sbandamento - gli fa eco il leader della Cisl, Raffaele Bonanni - non si può fare di ogni erba un fascio». Mentre per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso non è vero che sono aumentati gli stipendi dei lavoratori pubblici ma «forse sono cresciute le disparità nelle retribuzioni, come è accaduto nel privato. Non sono le retribuzioni aumentate ma la disuguaglianza». E chiede di smetterla con l'accanimento sul pubblico impiego anche il numero uno dell'Ugl Giovanni Centrella.

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