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Bossi: andiamo avanti e oggi va da Berlusconi

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Umberto Bossi

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Un vertice di chiarimento. Silvio Berlusconi vedrà oggi Umberto Bossi e Giulio Tremonti. All'incontro, che si svolgerà ad Arcore, ci sarà anche Angelino Alfano, che così fa il suo debutto alla guida del Pdl. E proprio Alfano è stato uno dei punti che più ha creato tensione tra Lega e Pdl. Bossi, si sa, sostiene Tremonti. Al Cavaliere erano arrivate anche voci inquietanti, di un Senatùr pressato a staccare la spina. O certamente pressato a farlo, a mollare. Ad accelerare il processo per evitare che la coalizione sia irrimediabilmente compromessa e invece chiedere le urne al massimo per l'anno prossimo. E, magari, presentarsi al voto indicando subito Tremonti come leader. Invece da via Bellerio sono arrivati segnali distensivi. Già venerdì Roberto Maroni aveva rilasciato una dichiarazione rassicurante: «Alfano? È una persona che stimo ed è un collega di governo con cui per tre anni ho lavorato benissimo. È una persona ragionevole con cui si può discutere e mi auguro che questo possa essere l'avvio di una fase di rilancio dell'alleanza Lega-Pdl e che possa portare alla ripresa dei consensi che sono stati persi per portarci alla vittoria nelle elezioni politiche del 2013». E ieri La Padania ha pubblicato un'intervista al neosegretario del Pdl, che ha confermato: «Il nostro lavoro consiste nel rafforzare il Pdl ed è chiaro che l'orizzonte è quello di una unificazione dei moderati, guardando alla storia ma anche alla prospettiva del Ppe». Si vedrà. Di sicuro l'incontro di oggi servirà a parlare del dopo-rimpasto al ministero della Giustizia. Resiste ancora il nome di Roberto Castelli come nuovo Guardasigilli. Anzi, sarebbe meglio dire "di nuovo" Guardasigilli visto che alla guida del dicastero di via Arenula l'attuale viceministro alle Infrastrutture c'è già stato nell'altra legislatura. E si parlerà di tasse. Berlusconi insiste perché si proceda al taglio. Vuole un segnale chiaro e anche in tempi brevi. Tremonti resiste perché vuole che si completi tutto il percorso del federalismo: solo quando sarà completato il riassetto del fisco locale sarà possibile riorganizzare quello nazionale. E inoltre bisogna subito mettere mano alle finanze pubbliche perché è necessario fare una nuova manovra economica, nell'arco del prossimo triennio potrebbero essere necessari anche 40 miliardi. C'è poi un capitolo referendum che per il Pdl può apparire secondario. Ma invece per la Lega è fondamentale. In particolare un quesito, quello sull'acqua. La Lega è più intenzionata a votare per il sì lasciando di fatto ai Comuni la maggioranza nella gestione delle aziende municipalizzate. Infine la questione alleanze, che in parte era stata accennata da Alfano: riunire i moderati. Berlusconi era convinto di essere arrivato a un passo dall'intesa con Casini nell'estate scorsa. Ma Bossi lo fermò. Non ne volle sapere di un allargamento e fermò anche quelle che il Cavaliere immaginava fossero le trattative finali. Ora la questione si ripropone.

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