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Il Pdl "sposa" la proposta del Cav. Lite col Pd

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Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, all'arrivo a Palazzo Grazioli per l'ufficio di presidenza presieduto dal premier SilvioBerlusconi, questo pomeriggio 01 giugno 2011 a Roma

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Anche il Pdl si converte alle primarie. È stato Berlusconi ad aprire le danze. D'accordo il ministro della Giustizia e tra poco segretario politico del Pdl Angelino Alfano: «Io sono molto favorevole perché affermano il principio che vince chi ha il consenso, chi ha i voti, chi lavora sul territorio e questo spesso porta all'individuazione di persone che hanno maggiore appeal nei confronti dell'elettorato». La proposta del premier fa breccia nel Pdl anche se restano alcune perplessità. Il vicepresidente vicario dei senatori Gaetano Quagliariello precisa che «sarebbe un bel segnale se fosse proprio il Pdl a promuovere una legge sulle primarie» aperte ai tesserati e ai cittadini «che si siano preventivamente registrati in appositi albi». Addirittura il presidente della Regione Lombardia è già pronto a scendere in campo. Roberto Formigoni approva la nomina di Alfano ma chiede sia «ratificata da un congresso» poi annuncia che, in caso di passo indietro di Berlusconi per la premiership alle prossime elezioni Politiche, correrebbe alle primarie. Dal canto suo, il segretario del Pd fa ironia. Berlusconi teme gli infiltrati di sinistra alle primarie del Pdl? «Ha ragione. Stia preoccupato perché ci stiamo già preparando». Replica il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto: «È indubbio che se si decidesse di procedere con le primarie esse andrebbero adeguatamente regolamentate, per esempio facendo un albo a cui ci si iscriva un anno prima della loro indizione, ma francamente non abbiamo molti timori delle eventuali infiltrazioni preparate da Bersani anche perché il Pd è più abituato a perderle le primarie che a vincerle e quindi non rappresenterebbe un gran pericolo». Non è d'accordo la deputata Michaela Biancofiore, convinta che le primarie per la scelta del leader sono un «assist per la sinistra». Insomma, chiarisce, «Berlusconi è già stato eletto con lo strumento più democratico e legittimo possibile, quello dell'espressione degli elettori nelle urne - sottolinea la Biancofiore - Immaginare oggi primarie per il leader è un assist alla sinistra che delegittima costantemente Berlusconi e ne mette in forse la maggioranza nel Paese». Interviene anche il deputato Claudio Scajola: «Non sono un grande assertore delle primarie. Abbiamo visto che quando le ha fatte il Pd poi ha dovuto rifarle perché erano taroccate. È uno strumento da usare con grande attenzione». Mentre il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, spiega: «Non siamo mai stati contrari alle primarie, ma ci vuole una legge e comunque non sono a prova di infallibilità. Guardate cosa è successo a Napoli». Il vicepresidente dei deputati del Pdl Osvaldo Napoli se la prende con i Democratici: «L'ironia del segretario del Pd Bersani sulle primarie è un boomerang. Bersani trascura, come dire, un dettaglio: chiunque fosse il candidato premier, Berlusconi o chiunque altro, la coesione programmatica e politica del Pdl e del centrodestra resterebbe immutata». Netto anche il capogruppo a Palazzo Madama Maurizio Gasparri: «Dobbiamo sostenere tutti con passione ed entusiasmo l'azione di Alfano. Coinvolgere iscritti ed elettori con congressi e primarie, non con vecchi riti di partito ma mobilitando ogni energia e assicurando a tutti partecipazione alle decisioni. Poi ci sono i temi del governo a partire dall'economia. Fisco e regole europee per i conti pubblici i primi temi. E poi ci sono i temi di prospettiva. Come sviluppare il dialogo nell'area moderata alternativa alla sinistra. Come favorire il confronto e la sintesi tra i cattolici impegnati in politica. Temi connessi ai programmi e alla guida della coalizione. C'è insomma molto da fare».

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