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I "servi liberi e forti" del Cav preparano la festa a Silvio

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L'appuntamento è per mercoledì 8 giugno alle 10 presso il teatro Capranica di Roma. Una «libera adunata dei servi del Cav.» per fare «la festa a Berlusconi». Una festa vera, con tanto di addobbi e palloncini. Non certo quella che sognano in tanti, soprattutto all'interno dell'opposizione. Sul palco ci saranno il promotore Giuliano Ferrara, Vittorio Feltri, Maurizio Belpietro, Alessandro Sallusti e il direttore del Tempo Mario Sechi. Ma anche politici e intellettuali per una maratona oratoria che andrà avanti fino alle 14. Il senso dell'iniziativa l'ha spiegate ieri, sulla prima pagina del Foglio, proprio Ferrara che dopo la manifestazione dello scorso febbraio al teatro dal Verme di Milano, ha deciso di lanciare «una volitiva, inconcludente discussione sul disastro di Milano e dintorni». «In mutande ma vivi» nasceva nel pieno dello scandalo Ruby, era la risposta al raduno organizzato al Palasharp da Libertà e giustizia e in quell'occasione il direttore del Foglio, oltre a scagliarsi contro il «neopuritanesimo ipocrita», invitò il premier a recuperare lo spirito del '94: «Vogliamo il vero Berlusconi, quello capace di rilanciare questo Paese nel segno della libertà». Stavolta non ci sono attacchi «neopuritani» da respingere, ma una sconfitta elettorale da superare. «Cerchiamo di spiegare - scrive Ferrara - quel che non abbiamo ancora capito nemmeno noi: come reagire per il bene di un paese che sembra amarci un cincinin meno di una volta, e per il nostro bene di liberi servi del berlusconismo». Il direttore prende in prestito uno slogan caro all'attore Tino Scotti: «Molto benissimo». E commenta le ultime "novità" all'interno del Pdl e del centrodestra: «Alfano segretario generale, benissimo. Triumvirato dei coordinatori confermato e prorogato, benissimo. Scaricabarile su Tremonti, benissimo. Primarie qui e primarie là, benissimo». Ma, prosegue, «mentre tutto procede "molto benissimo" può essere integrato da qualche considerazione». E la considerazione di Ferrara è semplice: «Bisogna cambiare qualcosa. E nella storia italiana di questi anni non c'è altro qualcosa che il qualcuno, Berlusconi». Insomma è «inutile girarci intorno e prendersi per il culo. Iddu deve cambiare. Stile, modi, procedure. Deve riaversi dal monologo infinito, ripetitivo. Deve rimettersi in gioco. E rimettere in gioco la creatura politica che dipende da lui e da cui perfino iddu ormai dipende». Per il direttore del Foglio la riforma fiscale è «auspicabile», ma non risolve il problema. «Il problema è lui - prosegue -. La sua riluttanza ad essere se stesso e non la caricatura che ne fanno i suoi nemici». Quindi rilancia l'idea di primarie per eleggere il presidente del Pdl e i coordinatori regionali da celebrare il 1° e il 2 ottobre. «Può essere un azzardo - conclude -. Ma qualcuno ci porti un'alternativa seria per la ricostruzione della leadership. Questo è un appello ai servi liberi e forti di una fantastica stagione politica che non merita di avvizzire così».

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