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Andrea Riccardi Un delitto di famiglia.

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Daieri è in carcere anche Cosima Serrano, madre di Sabrina e moglie di Michele. La zia di Sarah Scazzi, la quindicenne uccisa in un pomeriggio assolato dell'agosto scorso, è accusata di concorso in omicidio. La famiglia Misseri ora è tutta detenuta perché è ritenuta responsabile della morte di Sarah. Secondo una ricostruzione dei Ros Cosima Serrano si sarebbe trovata in garage all'ora esatta dell'omicidio di Sarah, le 15.25 del 26 agosto scorso, e nella zona dove è stato abbandonato il cadavere la mattina seguente. Cosima Serrano ha mentito. Sarebbe scesa nel garage di casa dopo l'omicidio della nipote, mentre il giorno dopo il delitto avrebbe raggiunto il luogo il cui fu abbandonato il cadavere della ragazzina. Di qui l'ordinanza di custodia cautelare in carcere che ieri sera è stata notificata alla donna nella caserma dei Carabinieri di Avetrana. Sabrina e Michele Misseri sono entrambi in carcere a Taranto da ottobre con l'accusa di concorso in omicidio e soppressione di cadavere. La notizia di un provvedimento restrittivo nei confronti di Cosima Serrano circolava già da alcuni giorni. A incastrare la donna, quindi, non solo le molte intercettazioni ambientali raccolte in questi mesi, ma la prova, ottenuta dalla verifica del traffico telefonico, che Cosima Serrano era sul luogo del delitto al momento che questo veniva compiuto. Per stabilire ciò sarebbe stata determinante la mappatura delle celle dei telefonini della famiglia Misseri e di Sarah compiuta dai carabinieri del Ros. Il cellulare di Sarah - a quanto si apprende - alle 14.42 del 26 agosto, quindi subito dopo il delitto che sarebbe avvenuto poco dopo le 14, era probabilmente nel garage degli zii. Nello stesso garage interrato di via Deledda - secondo i carabinieri - si trovava il cellulare di Cosima Serrano un'ora dopo l'omicidio della piccola Sarah. Il giorno dopo, invece, il telefonino della donna era in una zona compatibile con il luogo in cui venne nascosto, in una cisterna, il cadavere della quindicenne, in contrada Mosca, nelle campagne di Avetrana. A svelare gli spostamenti di Cosima Misseri e dei suoi familiari sono state le celle telefoniche agganciate dal suo cellulare. Secondo i militari, i telefoni della famiglia Misseri (tutti Vodafone) quando sono nell'abitazione di via Deledda, agganciano una cella Umts. Cella, questa, che non viene agganciata quando i telefoni si trovano nel garage interrato vicino all'abitazione. In questo caso i segnali dei telefonini vengono ritrasmessi da una cella Gsm che non verrebbe mai captata - ma si tratta di ipotesi investigative - quando i telefoni si trovano sul piano stradale, nella veranda oppure nell'abitazione dei Misseri. In base a questo ragionamento tecnico, i carabinieri ritengono di aver accertato che, per 40 secondi, il cellulare di Cosima è stato alle 15.25 nel garage di casa, luogo in cui la donna ha sempre detto di non essere stata quel pomeriggio. In quel momento, forse, la «Mimina» era nello stesso luogo in cui si trovava il cadavere della nipote della quale ha sempre detto, fino a pochi giorni fa di «amare e di considerare come una figlia». Invece - secondo l'accusa - l'uccisione di Sarah è stata premeditata, cioè studiata a tavolino. Ieri sera la svolta. Dopo essere stata iscritta sul registro degli indagati, Cosima Serrano ha ricevuto la notifica dell'ordine di custodia cautelare. Cosima si è recata alla caserma dei carabinieri di Avetrana dove è stata raggiunta dal suo avvocato Franco De Jaco. All'uscita dalla caserma diretta al carcere è stata accolta al grido «assassina» lanciato dai concittadini..

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