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Ma il Belpaese sta a guardare

Silvio Berlusconi

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La campagna elettorale trascura gran parte degli argomenti dell'agenda globale e questo è un dramma per la politica italiana. Il voto amministrativo è stato trasformato in nazionale da entrambe le parti (l'ennesimo referendum su Berlusconi) ma proprio per questo valeva la pena di volare alto e spiegare agli italiani che cosa sta succedendo nel mondo che ci circonda. Appendo il quadro a due chiodi tratti dalla cronaca. L'Italia partecipa a un'operazione militare in Libia che dopo un paio di settimane è finita nel limbo dell'incertezza strategica e politica. La Nato è piombata in una crisi enorme e la conduzione della guerra è imbarazzante. Gheddafi è ancora al potere e noi abbiamo interessi enormi in Libia da tutelare. Ci piacerebbe saperne di più e conoscere il pensiero della maggioranza e dell'opposizione. Tutto questo accade mentre le tensioni sul debito sovrano in Europa sono crescenti e ormai si parla chiaramente dell'uscita di un paese dell'Unione, la Grecia, dal sistema monetario dell'euro. Ci hanno spiegato in lungo e in largo che questo era impossibile, ora apprendiamo che Atene ha sul tavolo anche questa opzione. Vi lascio immaginare le conseguenze sui mercati e lo scenario futuro. La domanda «chi sarà il prossimo?» a questo punto non è più un'eresia. Il futuro del Mediterraneo, la tenuta istituzionale dell'Europa non sono temi astratti, ma concretissimi sui quali il dibattito è stato praticamente nullo. Eppure, come spiega Marlowe, il rischio crac della Grecia potrebbe perfino aiutare Berlusconi a stare in sella. Zero dibattito, il Belpaese sta a guardare. Chiusi i ballottaggi, abbiamo ancora una flebile speranza: che si torni da qualche parte a far politica.  

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