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«A Salemi non c'è infiltrazione mafiosa»

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VittorioSgarbi difende Salemi e la sua amministrazione, annunciando anche di non avere intenzione «di cedere dal chiedere 10 milioni di euro a giornali che mi devono dimostrare quale mafia ci sia a Salemi». Parla di «diffamazione» il sindaco del Comune siciliano, in una conferenza stampa convocata per parlare della bocciatura del suo programma tv e per riferire dell'inchiesta di Polizia e Guardia di Finanza di Trapani a seguito della quale sono stati sequestrati beni per 35 milioni di euro a Giuseppe Giammarinaro, ex parlamentare siciliano della Dc, considerato un sostenitore del critico ferrarese. «Gli hanno fatto un processo ed è stato assolto» ha detto Sgarbi in riferimento a Giammarinaro. «Affermare che a Salemi ci sia un'infiltrazione della mafia», ha proseguito, e collegarla al nome dell'ex deputato regionale è «un metodo da monatti, il più schifoso che la stampa potesse utilizzare». Nella conferenza stampa Sgarbi è anche tornato ad attaccare il suo ex assessore, il fotografo Oliviero Toscani, ribadendo come quest'ultimo abbia lasciato la Giunta non per infiltrazioni mafiose ma perché si è scontrato con l'amministrazione e con la burocrazia. Secondo il sindaco non si può parlare di «mafia ma di clientelismo». Allora, afferma, «bisognerebbe dire che i voti che non sono di opinione non sono voti veri, quindi si cancellerebbero tre quarti delle preferenze siciliane». «Non c'è una cupola» ha ribadito, aggiungendo: «Giammarinaro fa da parafulmine: ha fatto solo delle richieste, ne aveva il diritto in quanto a capo di un partito, la Dc, che ha dei consiglieri». Ma, conclude Sgarbi, «le sue richieste non sono state accolte, perché troppo arcaiche, inutili». Ma l'opposizione non è disposta a fare sconti a Sgarbi sulla vicenda. In una interrogazione al ministro dell'Interno i deputati del Pd Laura Garavini (capogruppo in commissione Antimafia) e Vinicio Peluffo (commissione Vigilanza Rai) chiedono «subito una commissione di accesso al comune di Salemi e alla Asl 9 di Trapani per verificare la correttezza e la legalità del loro operato e chiarimenti sulle eventuali complicità che abbiano consentito a Giammarinaro di muoversi liberamente sul territorio malgrado fosse sottoposto alla misura del soggiorno obbligato».

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