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Lo dice al termine dell'udienza.

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«Berlusconipotrà essere accusato di tante cose, ma con le stragi di mafia non c'entra». Giovanni Brusca, l'ex boia di San Giuseppe Jato passato tra i ranghi dei pentiti poco dopo la cattura, non mostra incertezze. Citato a testimoniare contro il generale dei carabinieri Mario Mori, sotto processo per avere favorito Cosa nostra, oggi deve fare i conti con le omissioni di 15 anni di collaborazione con la giustizia. Nomi mai fatti, come quello dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino e quello del senatore Marcello Dell'Utri, protetti per motivi che l'ex capomafia spiega in modo confuso e poco convincente. «Ma oggi parlerò di tutto» spiega e non rinuncia comunque ad una «rivelazione» sul Cavaliere: « Berlusconi pagava 600 milioni di pizzo al mese, una sorta di "messa a posto" a Stefano Bontade».

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