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Addio alle vessazioni: Giulio redime il fisco

Giulio Tremonti

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Stop ai soprusi e alle vessazioni degli agenti del fisco nella fase dei controlli. Sono dannosi per l'mmagine delle Entrate e appesantiscono inutilmente le imprese. Così il ministro dell'Economia Giulio Tremonti annuncia un cambio di passo nelle modalità di approccio dei suoi dipendenti nelle aziende italiane. Tutto contenuto nel decreto sviluppo approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Nel dl, infatti, si stabiliscono sanzioni per gli ispettori del fisco che eccedono il loro ruolo: se i comportamenti sono gravi, «gravi saranno anche le relative sanzioni, nessuna esclusa». Tremonti nella missione quasi impossibile di creare un fisco amico, trasparente e dunque non pericoloso per gli imprenditori, non è solo. All'annuncio politico si aggiunge, infatti, ed è questa la novità, la risposta dell'amministrazione. È lo stesso direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, a dire di voler cambiare passo nei rapporti con i contribuenti richiamando per questo i propri dipendenti, con una lettera sul sito internet, al rispetto di un rapporto leale, serio, rispettoso con gli italiani che pagano le tasse. Alle intenzioni dunque seguiranno norme precise. «Uscirà una circolare dell'Agenzia delle Entrate che spiegherà quali saranno le sanzioni per chi esagera», ha detto il ministro: «Un conto è chiedere le tasse, un altro non essere coerenti con la legge». Anche Befera non usa il fioretto. Ricorda di aver già richiamato alla «correttezza ed efficienza» ma di continuare a ricevere «segnalazioni nelle quali si denunciano modi di agire che mi spingono adesso a richiamare ognuno alle proprie responsabilità e ribadire ancora una volta che la nostra azione di controllo può rivelarsi realmente efficace solo se è corretta. E non è tale quando esprime arroganza o sopruso o, comunque, comportamenti non ammissibili nell'ottica di una corretta e civile dialettica tra le parti». Questo dimostrano, come prova contraria, anche le altre lettere ricevute, quelle di contribuenti che ammettono di aver sbagliato ma ringraziano il fisco per aver voluto comprendere la sostanza delle questioni, per trovare una soluzione. Il «numero uno» delle Entrate fornisce anche indicazioni pratiche. «Se un accertamento non ha solido fondamento - spiega - non va fatto e se da una verifica non emergono fatti o elementi concreti da contestare, non è corretto cercare a ogni costo pseudo infrazioni formali da sanzionare solo per evitare che la verifica stessa sembri essersi chiusa negativamente». Un piccolo tassello per riportare concordia tra cittadini e Stato. E che si aggiunge a tutte le misure che nel dl sviluppo tendono a semplificare la vita degli italiani riducendo obblighi cartacei e inutile burocrazia. Un provvedimento che fa bene a tutti. Anzi «il decreto di tutti», come lo ha definito il premier Silvio Berlusconi. Il provvedimento per lo sviluppo, in dieci punti e, assicura il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, «assolutamente coperto», ha messo d'accordo per una volta i ministri che da tempo chiedevano un impegno «tangibile» da parte del Governo.Il premier lo ha detto esplicitamente: «abbiamo tenuto i conti a posto e il merito va in particolare al ministro Tremonti che lo fa, anche a costo di apparire come il cattivo del governo, e lo capisco che non è un ruolo facile quello di dire sempre no ai colleghi, e lo ringrazio per questo». Silvio ha insistito «oggi (ieri ndr) abbiamo tutti insieme messo a punto questo decreto per lo sviluppo che s'inserisce nella logica europea».

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