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Il governo si allarga "Presto altri 10 posti"

Catia Polidori

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Aurelio Misiti alle Infrastrutture, Roberto Rosso all'Agricoltura, Luca Bellotti al Welfare, Daniela Melchiorre e Catia Polidori allo Sviluppo economico, Bruno Cesario e Antonio Gentile all'Economia, Giampiero Catone all'Ambiente e Riccardo Villari ai Beni culturali. Sono i nove sottosegretari nominati ieri dal premier Berlusconi. Si aggiunge Massimo Calearo, che sarà consigliere personale del presidente del Consiglio per il commercio estero. Ma non è tutto rose e fiori come potrebbe sembrare. Gli esclusi, infatti, Mario Baccini e Francesco Pionati, restano contrariati, anche se dal Pdl arrivano rassicurazioni. Lo stesso Berlusconi ha annunciato che presto saranno nominati altri dieci sottosegretari pur chiarendo l'impegno di tagliare il numero dei parlamentari. Il presidente del Consiglio ha fatto il possibile per trovare la quadra con i Responsabili. Se l'è presa con le «ironie non fondate» ai danni del nuovo gruppo perché i nove nuovi sottosegretari «fanno parte della terza gamba della maggioranza in sostituzione del Fli», dopo che la formazione di Fini «si è portata al centro e all'opposizione del governo», restituendo all'esecutivo «una maggioranza coesa e sicura». Insomma, ha spiegato Berlusconi, «Fli ha liberato posti al governo, e ci è parso assolutamente logico sostituirli con il gruppo che ha dato una nuova maggioranza al governo, consentendoci di operare in Parlamento con una maggioranza coesa e sicura che ci consentirà di realizzare quelle riforme che Fli non ci faceva completare», a partire da quella della giustizia fino a quella della forma istituzionale. Dunque, ha ribadito il premier, «mi sembra assolutamente logico che il gruppo di deputati che si sono riuniti provenienti dal Misto e dalle opposizioni perché insoddisfatti dal sistema di lotta cui ricorrono Idv e Pd» fossero parte del governo: «avendo fatto molte riunioni con loro sono assolutamente convinto della loro tenuta e della serietà del loro intento di contribuire a queste indispensabili riforme». Ma tra i Responsabili il clima resta teso. Tanto che Mario Pepe a Radio Radicale spiega: «Se si vuole fare funzionare il governo nei prossimi due anni servono almeno altri dieci sottosegretari, il prima possibile». E aggiunge: «Il nostro gruppo, Iniziativa responsabile, è costituito da tanti piccoli movimenti, si pensi solo che ci sono cinque segretari nazionali di cinque partitini. Si capisce quindi come è stato difficile fare una sintesi e indicare dei nomi per la carica di sottosegretario». Dal canto loro, Baccini e Galati, dei Cristiano Popolari, sono laconici: «Prendiamo atto che gli impegni assunti dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non sono stati mantenuti». Sull'altro escluso, Pionati, parla direttamente il coordinatore Verdini: «A Pionati è stato chiesto di fare un momentaneo passo indietro per consentirci di uscire dall'impasse e cominciare a rafforzare la squadra di governo. A lui va il ringraziamento per il senso di responsabilità dimostrato, un comportamento che di certo sarà premiato appena possibile». L'opposizione attacca: «Silvio Berlusconi ha finalmente pagato la cambiale posta all'incasso dal suo esercito di disponibili e irresponsabili che ora potranno godere della meritata e squallida ricompensa con benefit e prebende ministeriali» tuona il vicepresidente di Fli alla Camera, Giorgio Conte. «Grazie a loro la nazione è salva e il governo potrà vantare le valide eccellenze offerte da Bellotti, Polidori, Catone, Rosso e altri». Netto anche il senatore dell'Idv Stefano Pedica: «Berlusconi ha nominato nove sottosegretari solo per soddisfare le ambizioni di un po' di voltagabbana che si sono fatti comprare per pochi denari. Un presidente del Consiglio degno di questo nome, a cui interessa davvero il bene dell'Italia, non avrebbe nominato nove questuanti ma un solo ministro vero, quello per le Politiche Europee, che è vacante da quasi sei mesi, dalle dimissioni di Ronchi». E se la capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro, parla di un «pirotecnico presidente del Consiglio, giustamente preoccupato dell'eccessivo numero dei parlamentari», che «non trova di meglio che proporre un disegno di legge per aumentare il numero dei componenti del governo», il responsabile Silvano Moffa guarda avanti: «Ora va superata la logica del 14 dicembre per entrare finalmente nella seconda fase della legislatura in modo da realizzare le riforme». In una Camera deserta, alla buvette c'è Domenico Scilipoti che saluta i commessi e prende un caffé macchiato. Lui non ha mai chiesto poltrone per sé. Nessuno credeva che dicesse sul serio. «Oggi qualcuno mi ha scritto via sms "Sei un fesso"». Scilipoti saluta i commessi e assicura: «Ci vediamo domani».

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