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Governo, via al rimpasto

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Catia Polidori

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Atteso era atteso. Soprattutto da quei Responsabili che portano la "medaglia" di salvatori del governo lo scorso 14 dicembre. Oggi, dopo settimane di stop and go, finalmente sono stati ricompensati. Il premier Silvio Berlusconi ho nominato 9 nuovi sottosegretari. Alcuni di questi erano stati eletti nelle file dell'opposizione. Come sempre, però, ci sono degli esclusi e, con questi, nuovi malumori in casa centrodestra. In particolare ci sono delusi tra quelli di Noi Sud, dell'Alleanza di centro (vedi Francesco Pionati) e dei Cristiano Popolari come Mario Baccini e Pino Galati. Ma per loro non tutto è perduto. Il Cavaliere ha infatto annunciato una possibile nuova tranche di nomine. «Intendiamo aumentare il numero dei componenti della squadra di governo attraverso un disegno di legge. Pensiamo a una decina di nuovi sottosegretari», ha detto il presidente del Consiglio. L'opposizione critica a tutto spiano ma il Pdl ha gioco facile nel ribattere portando i numeri dell'ultimo pletorico governo Prodi. «È davvero impossibile superare il record dei 103», ricorda Francesco Casoli del Pdl. L'attuale esecutivo è fermo a quota 64, contando i nuovi innesti. La strada da percorrere, un ddl ad hoc. In tutto questo, poi, la giornata ha visto una recrudescenza dello scontro tra il premier Berlusconi e Gianfranco Fini. Il Cavaliere parlando a una tv privata ha detto di essersi sentito «sollevato» quando il presidente della Camera ha deciso di lasciare il Pdl. «Ora mi sento e ci sentiamo liberi». Secca la replica di Fini: «Quella di Berlusconi nei miei confronti è ormai un'ossessione che non merita più risposte politiche. Solo compassione». A riaccendere lo scontro tra Berlusconi e Fini sono state alcune dichiarazione del presidente del Consiglio a un tv privata. Quando Fini e altri hanno lasciato il Pdl, ha detto, «mi sono sentito sollevato». E, ha aggiunto, «il governo si è rafforzato, perchè la diaspora di Fini e di alcuni suoi uomini ci ha consentito di dare vita ad una nuova maggioranza di governo, con la costituzione di una terza gamba a sostegno del governo fatta da parlamentari che sono venuti via dai gruppi a cui appartenevano, gruppo misto e forze di opposizione dove non erano in accordo con le politiche dei gruppi stessi».   Un nuovo attacco a cui il presidente della Camera risponde con caustica sufficienza: «Quella di Berlusconi nei miei confronti è ormai un'ossessione che non merita più risposte politiche. Solo compassione». A ribattere a Fini ci pensa il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto: «I portatori sani di una autentica ossessione, quella contro Berlusconi, sono proprio seppur con sfumature e toni diversi Bersani, Fini e Casini. Mi auguro che non si liberino mai da questa travolgente passione all'incontrario perchè essa contribuisce, per una quota, alle vittorie elettorali di Berlusconi». Per quanto riguarda le nomine di oggi, il rimpasto ha "premiato" soprattutto i Responsabili e a fare la parte del leone sono gli ex Pdl transitati da Fli. L'azzurro Roberto Rosso, tra i fondatori di Fi ed ex Fli 'pentitò, va all'Agricoltura, l'ex finiano Luca Bellotti al Welfare e l'ex deputatadi Futuro e libertà Catia Polidori allo Sviluppo economico. Anche Daniela Melchiorre dei Liberal democratici viene 'promossà al ministero guidato da Paolo Romani, mentre il deputato Ir Bruno Cesario e il senatore Antonio Gentile vanno all'Economia. L'ex Mpa Aurelio Misiti ottiene un sottosegretariato alle Infrastrutture, mentre il senatore (ex Pd) Riccardo Villari si trasferisce ai Beni Culturali e Giampiero Catone va all'Ambiente. A questa tranche di nomine si aggiunge Massimo Calearo, l'industriale vicentino eletto alla Camera nel Pd passato alla maggioranza dopo essere stato nell'Api di Francesco Rutelli. Il deputato è stato nominato consigliere personale del presidente del Consiglio per il Commercio estero. Ma l'allargamento non è finisce qui, come annuncia lo stesso Berlusconi: «No, non è finito. Intendiamo aumentare il numero dei componenti della squadra di governo». Ma, avverte, «questi numeri costringeranno ministri e sottosegretari ad essere sempre presenti in Parlamento al momento delle votazioni. Il che comporta la sottrazione di due o tre giorni di operatività» al governo e «quindi riteniamo di avere la necessità di incrementare il numero dei componenti di governo». Verrà fatto, aggiunge, un «apposito ddl» attraverso il quale «ci sarà la possibilità per tanti parlamentari, che giustamente ritengono di essere utili nel governo, di trovare soddisfazione a queste loro aspirazioni».  

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