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"Se lascio Ci sarà Tremonti"

Giulio Tremonti, ministro dell'Economia, e il premier Silvio Berlusconi

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Pubblichiamo l'intervista integrale di Cecilia Primerano al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi andata in onda durante la puntata di Porta a Porta di ieri sera. Nel colloquio il premier ha indicato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti come suo possibile successore. Una notizia che il leader del Carroccio Umberto Bossi ha commentato spiegando che «dopo lui non ci sarà il diluvio. Qualcuno verrà. Ma Berlusconi durerà a lungo». Io sono amico di Tremonti» ha spiegato il Senatùr aggiungendo che il Cavaliere «dice queste cose per allontanare il momento il più possibile». Nell'intervista il premier ha parlato anche del voto sulle mozioni sull'intervento militare in Libia e della prossima sfida che attende il Pdl impegnato, il 15 e 16 maggio, nelle elezioni amministrative.   Presidente Berlusconi, la morte di Bin Laden arriva dopo dieci anni dall'attentato alle torri gemelle. Lei ritiene ci possa essere qualche nuovo allarme terrorismo? «Lo temono tutti i paesi democratici. Per questo restiamo bene con le antenne alzate attraverso la collaborazione di tutti i nostri servizi segreti. Ma aver eliminato Bin Laden significa avere tolto non solo l'uomo di punta dello schieramento di Al Qaeda ma anche l'ispiratore di tutta la politica sovversiva di Al Qaeda».  La mozione PdL-Lega è stata approvata alla Camera. Restano incomprensioni con Umberto Bossi? «No, nessuna incomprensione. Con l'approvazione di questa mozione abbiamo dimostrato ancora a tutti la solidità e la coesione della nostra maggioranza contro la non coesione – anzi contro le forti divisioni – dell'opposizione». L'asse con Bossi dunque resta saldo? «Certamente sì, non c'è mai stato un dubbio al riguardo». Presidente, teme l'arrivo di nuovi immigrati? «Ne arriveranno perché la situazione in Libia è complicata. Poi c'è la situazione della Tunisia, ci sono tutti questi altri sommovimenti che il vento della libertà e della democrazia, che ha spirato forte in tutto il nord Africa, ha prodotto. E quindi cercheremo di distribuirli anche in tutta Europa. Ma siamo un Paese di 60 milioni di abitanti, non dobbiamo avere paura dell'arrivo di qualche migliaio di persone». Presidente, è più facile trovare la quadra con Bossi che fare allentare i cordoni della borsa a Tremonti? «Bè ci sono delle situazioni del bilancio che richiedono assoluto rigore e Tremonti non può inventarsi delle disponibilità che nel bilancio non ci sono. Con Bossi ci sono a volte delle dialettiche che molto spesso scivolano anche nei periodi elettorali per cui la Lega è molto sensibile. Ma poi alla fine si è sempre trovato un modo per ragionare bene e per arrivare a delle soluzioni condivise».  Fra meno di due settimane si vota per le elezioni amministrative. Saranno un test politico? «Certamente sì. Io sono anche convinto che dopo che il centrodestra ha vinto le elezioni politiche del 2008, poi le successive elezioni dell'Europa, le elezioni per le Regioni, vinceremo anche stavolta e avremo non soltanto la possibilità di portare il buon governo in città in cui oggi il buon governo non c'è, come a Napoli, ma avremo anche la conferma della solidità della nostra maggioranza e un sostegno alla nostra azione di governo che andrà avanti per altri due anni fino alla fine della legislatura con importanti cose da fare».  Presidente, i toni della campagna elettorale sono sempre molto accesi. Lei teme che si possano verificare altri episodi come quello accaduto a Napoli contro il candidato del Pdl Lettieri? «Io dico che non sono solo accesi i toni della campagna elettorale, è accesa tutta la vita politica italiana. C'è un clima da guerra civile e non certamente per colpa nostra. Le sinistre annoverano tra i loro sostenitori i centri sociali in cui si annidano molti facinorosi e di questo noi dobbiamo prendere atto. Ma dobbiamo anche farlo notare agli elettori che magari non sono ancora decisi perché possano scegliere tra un'alleanza di sinistra che comprende di tutto e di più e un'alleanza di centrodestra che rappresenta gli italiani moderati. Cioè tutti gli italiani di buon senso e di buona volontà».  La sua storia processuale è complessa: una trentina di processi finiti tra archiviazioni, assoluzioni e qualche prescrizione. Lei ritiene che possa arrivare allo stesso epilogo anche per quanto riguarda i quattro procedimenti in corso a Milano? «Sicuramente sì perché si tratta – come per i processi precedenti – di accuse assolutamente infondate. Anzi le dirò di più, ridicole e paradossali. Gli italiani dovrebbero fare una riflessione al riguardo: già per ventiquattro volte i pm di Milano mi hanno portato simili accuse e per ventiquattro volte i loro colleghi magistrati hanno giudicato che queste accuse fossero infondate. Bastava che una di queste ventiquattro accuse avesse colpito nel segno e Silvio Berlusconi sarebbe stato fatto fuori della vita politica con una chiara eversione rispetto alla volontà degli elettori. Quindi è in corso e continua questa campagna eversiva da parte di una Procura di cui i cittadini italiani dovrebbero tenere assolutamente conto anche per decidere a chi affidare la responsabilità di Governo».  La riforma della giustizia ha iniziato il suo iter in Parlamento. Che tempi prevede per l'approvazione? «Non sarà facile perché le opposizioni faranno di tutto e di più, faranno ostruzionismo. Io spero che entro la fine della legislatura – anzi con un certo anticipo rispetto alla fine della legislatura – si potrà avere l'approvazione della riforma che è indispensabile. Ricordo che si tratta di una riforma costituzionale, richiederà due letture cioé due voti in entrambe le Camere del Parlamento». Il Governo sta lavorando al decreto sullo sviluppo. Tra quanti giorni arriverà in Consiglio dei Ministri? «Giovedì, cioé domani mattina». Dobbiamo aspettarci delle riduzioni fiscali? «Non è possibile per nessun Paese d'Europa introdurle in questo momento. Si tratta di un periodo di crisi globale che non è ancora totalmente alle spalle. Noi ci stiamo uscendo meglio di altri Paesi però la crisi c'è ancora e non è possibile pensare alla riduzione della pressione fiscale. Ma è un grande merito per il nostro Governo essere riusciti a garantire per esempio la pace sociale assistendo tutti i cittadini che hanno perso il lavoro attraverso una disponibilità di trentaquattro miliardi per la cassa integrazione. Cosa che abbiamo fatto e che funziona egregiamente. Quindi non è possibile pensare a una riduzione fiscale, è già tantissimo fare quello che noi abbiamo fatto. Non abbiamo mai messo le mani nelle tasche degli italiani». Arriveranno altri parlamentari nella maggioranza? «Io credo di sì perché ci sono tanti parlamentari che sono assolutamente scontenti della politica dei partiti del gruppo a cui appartengono». Crede ancora nel dialogo con l'opposizione? «No, con questa opposizione con cui noi abbiamo a che fare. Ma è una opposizione che deriva direttamente dal vecchio Partito comunista italiano che non ha mai rinnegato. Sono gli stessi uomini che erano giovani allora e sono vecchi adesso ma sono sempre gli stessi e fanno la politica esattamente nello stesso modo con cui l'hanno sempre fatta». Qual è adesso la priorità in cima all'agenda del governo? «Riforma della giustizia, riforma dell'architettura istituzionale e riforma del sistema tributario». Annuncia di voler fare il padre nobile del Pdl, dunque rinuncia a candidarsi a Palazzo Chigi? «Lo vedremo alla fine di questa legislatura se sarà necessario per il centrodestra mettermi ancora alla guida del governo. Io non mi tirerò indietro. Ma se invece verranno fuori altre personalità – e ne abbiamo diverse, Tremonti in primis, che possono suscitare consenso elettorale, e sarà l'ampia gamma di cui disponiamo che ci dirà se questo sarà – io sarei felice di poter magari restare ancora in politica. Però ad occuparmi del Pdl e a lasciare ad altri la guida del Governo, perché è qualcosa di molto gravoso. Le posso dire che avendo parlato con tre leader mondiali e avendo fatto a tutti e tre la stessa domanda – "quale è stato il giorno più bello che voi vi ricordate per la vostra attività di Governo" – tutti e tre non hanno esitato a dirmi il giorno dell'addio, l'ultimo giorno. Perché finalmente ci si sgrava di una responsabilità che è veramente molto pesante».  Pur scagionandola dalle stragi del '93 Brusca sostiene di avere avuto contatti con lei. «È la pura irrealtà, non ho mai avuto né contatti – facevo l'imprenditore, ero un imprenditore del Nord – né mai avuto richieste di contatti». Quello di Milano è un voto importante per il centrodestra. Lei è capolista, vincerete al primo turno? «Si tratta di un voto molto importante, contiamo sicuramente di vincere al primo turno. E dato che vogliamo vincere subito io ho accettato di mettermi come capolista nel Popolo della Libertà». Passiamo al calcio. Cosa succederà, il Milan prenderà lo scudetto? «Si parla di scudetti soltanto quando lo si è già cucito sulle maglie della propria squadra. In questo caso sarebbe il ventisettesimo grande trofeo che il Milan si cucirebbe sulla maglia. I ventisei trofei che già ci sono stati con la mia gestione hanno fatto del Milan la squadra più titolata al mondo e hanno fatto di me il presidente che nella storia del calcio ha vinto di più. Quello che ha vinto di più dopo di me è il grande Bernabeu del Real Madrid e gli spagnoli riconoscenti gli hanno intitolato uno stadio».  

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