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Napolitano chiede unità, fischi a La Russa

Giorgio Napolitano

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Un unico filo. Che unisce il 25 aprile, questa festa della Liberazione, alle celebrazioni del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. È il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a rendere non proprio rituali le celebrazioni della caduta del nazifascismo. Il Capo dello Stato parla di «forze migliori della nazione impegnate a perseguire gli stessi ideali di libertà, indipendenza e unità». E ricorda proprio come quegli ideali che furono fondanti nel periodo risorgimentale, «dovettero poi essere recuperati tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945». Napolitano sottolinea che la Liberazione coincise anche con la riunificazione del Paese e traccia un parallelo con «le sfide che ci attendono per il futuro» e che «richiedono un nuovo senso di responsabilità nazionale, una rinnovata capacità di coesione, nel libero confronto delle posizioni e delle idee, e insieme nella ricerca di ogni possibile terreno di convergenza». Quindi richiama il periodo attuale, pensa alle prossime amministrative e rivolge un appello a tutti: «Non prevalga uno scontro acceso e cieco». Spera ancora che le riforme si facciano, e soprattutto si facciano con «doverosa serietà» e «senza mettere in forse quei principi, quella sintesi di diritti e di libertà, dei diritti e dei doveri civili, sociali e politici, che la Costituzione ha sancito nella sua prima parte». Di sicuro il suo appello non dura che qualche attimo visto che anche quest'anno le cerimonie del 25 aprile si sono svolte all'insegna della divisione. A cominciare proprio da quella a cui ha partecipato il Capo dello Stato, visto che prima di lui era intervenuto il ministro della Difesa Ignazio La Russa la cui prima parte del discorso era stata salutata da un piccolo coro di fischi. Stessa sorte era toccata anche al ministro dell'Interno Roberto Maroni. Subito dopo, tuttavia, le forze politiche si mostrano tutte d'accordo con l'appello del presidente della Repubblica. Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, avverte con tono solenne: «Nessuno vuole uno scontro cieco, ha ragione Napolitano». E sull'appello in vista delle amministrative, il leader del principale partito di opposizione spiega: «Noi diciamo un voto per la tua città, ma è anche un voto per il tuo Paese. Ballottaggio o non ballottaggio noi vinciamo». Dal Pdl si fa sentire il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto: «I fischi riservati da pochi provocatori organizzati e professionisti questa mattina ai ministri La Russa e Maroni dimostrano come si voglia trasformare ogni evento istituzionale in una manifestazione contro il governo, ma soprattutto come si voglia cercare di buttare benzina sul fuoco per provocare sempre di più una parte del paese». Pertanto «bene ha fatto il presidente Napolitano - conclude Crosetto - a salutare e ringraziare calorosamente i ministri. Lui lavora per tenere unita l'Italia, ben conscio dei rischi latenti in questo momento storico».

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