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Prova di forza, Bossi si conta

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Umberto Bossi

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La Lega passa all'incasso. E ora, dopo più di un anno dalle Regionali che hanno visto il partito del Senatùr aumentare i propri consensi fino a raggiungere percentuali a doppia cifra a livello nazionale, è giunto il momento di contarsi. Chiuse così le procedure per la presentazione delle liste elettorali, ora i vertici del Carroccio sono pronti a scendere in campo per trasformare il voto amministrativo in un successo da far pesare poi a Roma. La strategia è chiara: mantenere l'accordo con il Pdl nei grandi capoluoghi e tenersi le "mani libere" nelle realtà minori. Una linea decisa in un Consiglio federale del partito lo scorso marzo e che, nonostante gli sbarchi a Lampedusa e la gestione dell'emergenza da parte del ministro dell'Interno più volte criticata dalla base leghista, è stata rispettata nella maggioranza delle città chiamate al voto. E così la Lega, che a Milano e Torino appoggia un candidato del Pdl e che a Bologna è riuscita a far convergere su un proprio uomo i favori dei «berluscones», ha optato in una corsa in solitaria in quelle realtà dove la base nordista chiedeva con sempre maggior forza un gesto di discontinuità. Infatti, da un sondaggio tra i "secondi quadri" leghisti è emerso che la scontentezza dei fedelissimi dell'Umberto nasce proprio dai «timori di rimanere schiacciati nelle divisioni interne al partito del premier», dalla «mancata presenza del Pdl sul territorio» e, in qualche caso, dalla scelta di aprire all'Udc, partito inviso ai lumbard. Quindi ecco la svolta. La parola d'ordine intanto è vincere a Bologna. Una battaglia che vede schierato in prima linea il candidato sindaco Manes Bernardini. E con lui la Lega, si gioca la vera partita delle amministrative. Una vittoria che sembra un'impresa ma che metterà i leghisti nelle condizioni ottimali per ottenere un buon risultato in città e, magari, riuscire a sorpassare il Pdl (dato in calo del 10% nei sondaggi). Bossi ci conta ed è per questo che tutto lo stato maggiore del partito è mobilitato in sostegno di Bernardini. Maroni é atteso a Bologna il 6 maggio, qualche giorno dopo dovrebbero arrivare il Senatùr e Giulio Tremonti, mentre la chiusura della campagna elettorale sarà affidata a Calderoli. Ma in Emilia vi sono anche realtà in cui il Carroccio ha rotto con il Pdl e ha scelto di correre da solo: nel ferrarese a Portomaggiore e a Vigarano Mainarda, nel parmense a Neviano e a San Secondo, nel piacentino a Gropparello e nel modenese a Zocca. Situazioni che si ripetono in molte altre città partendo da Trieste e finendo con Olbia. Il colpo più duro la Lega l'ha segnato proprio in casa del Cav. Infatti è di fede padana il candidato di Pdl e Lega ad Arcore, dove abita Berlusconi. A convincere il premier a dare il suo ok sarebbero stati alcuni sondaggi particolarmente favorevoli.

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