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La roulette di Silvio

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Silvio Berlusconi

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Dentro o fuori. Silvio Berlusconi sa che nelle prossime elezioni amministrative si gioca tutto. In ballo c'è la possibilità di arrivare a fine legislatura o di dovere andare a votare. Perdere, ma anche soltanto vedere offuscata la sua immagine vincente, quella di un premier che, nonostante tutto, ha dalla sua il consenso dei cittadini sarebbe un de profundis per l'esecutivo. È per questo che ha alzato i toni dello scontro con la magistratura e con il Quirinale. Berlusconi sa che l'unico modo per non far parlare più dei suoi processi è quello di concentrare l'attenzione su altri temi, sui pm che indagano solo in una direzione, su poteri che soffocano l'attività legislativa e che imbrigliano il governo. Tra questi c'è anche Napolitano al quale il presidente del Consiglio contesta di voler entrare con troppa frequenza nelle decisioni che spettano al Parlamento e all'esecutivo. Per questo, nonostante gli inviti ad abbassare i toni dello scontro, nel Pdl tutti sanno che fino al voto del 15 e 16 maggio sarà impossibile mettere la sordina alle polemiche. Il tavolo di gioco, quello dove Berlusconi mette in palio tutto, compresa la sopravvivenza dell'esecutivo, comprende due città, Milano e Bologna. Il capoluogo lombardo è la città simbolo del centrodestra, quella dove il legame tra il Pdl e la Lega è più forte, quella dove è nata Forza Italia. Letizia Moratti si candida per il suo secondo mandato ma non è sembrata forte come sembrava. Così Berlusconi ha deciso di «metterci la faccia» ancora una volta, andando di persona ad aprire e chiudere la campagna elettorale. Il sindaco, che iniziava ad annaspare in previsioni poco favorevoli, ha ripreso fiato. In discussione non c'è la vittoria finale ma la possibilità di andare al ballottaggio. Che sarebbe uno smacco difficile da accettare. E sul quale il centrosinistra potrebbe imbastire una campagna per dimostrare che il Cavaliere non ha più il sostegno della gente. Gli ultimi sondaggi interni del Pdl danno la Moratti attorno al 50 per cento mentre la coalizione che la sostiene, comprese le liste più piccole come l'Unione Italiana Librandi per Milano, è due o tre punti sopra. Scarso invece l'impatto che avrebbe avuto la vicenda dei manifesti che accusavano «via le Br dalla Procura». «Chi vota Pdl – spiega un consigliere comunale di Milano – non contesta certo quella affermazione. A dar fastidio c'è però la lista di Futuro e Libertà della quale ancora non si riesce a capire il reale valore. E pesa anche l'incognita su come decideranno di comportarsi i futuristi a un eventuale ballottaggio. Anche se ieri Adolfo Urso ha ammesso che si potrà votare Pdl. Partita diversa, ma anche più difficile, quella a Napoli. Gianni Lettieri potrebbe consegnare per la prima volta il Comune al centrodestra dopo anni di incontrastato dominio della sinistra. Ed è per questo che Berlusconi ha deciso di chiudere la campagna elettorale proprio nel capoluogo partenopeo. Anche da lì passa il suo futuro.

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