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A sinistra si spacca tutto. Anche la Cgil

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A sinistra non ce la fanno proprio a mettersi d'accordo. La divisione è nel loro Dna. E questo accade non solo in politica dove la parola unità è praticamente sconosciuta ma anche nel sindacato, settore nel quale una linea comune gioverebbe non poco ai lavoratori. Niente da fare. Dentro la Cgil qualcuno rema in un verso e qualcun'altro, un attimo dopo, rema nel verso esattamente contrario. E così al primo tentativo di mediazione con il Lingotto messo in atto dal segretario nazionale Susanna Camusso, la risposta messa in campo dal leader dell'ala più radicale, la Fiom di Maurizio Landini, è stata quella di annunciare un ricorso legale contro la Fiat per violazione delle norme nella costituzione delle nuove aziende di Pomigliano e Mirafiori. Insomma al primo ramoscello d'ulivo agitato dalla Camusso, il suo collega ha affiancato una copiosa raccolta di carte da bollo. Eppure il nuovo corso della Cgil si era appena aperto. Il segretario nazionale Camusso, venerdì scorso, aveva deciso di uscire dallo splendido isolamento nel quale aveva lasciato la sua organizzazione nella trattativa sulle nuove regole produttive nelle fabbriche del gruppo di Torino. Un passaggio importante per due motivi. Il primo: l'unità sindacale con altre sigle è garanzia di maggiore tutela dei lavoratori a prescindere. Il secondo: anche gli iscritti alla Cgil sono occupati e dunque meglio rappresentarli sedendo ai tavoli di contrattazione piuttosto che rifiutando il confronto. Considerazione semplice ma per mesi assolutamente ignorata. Poi la Camusso ha visto la luce è si è convinta. Dopodomani sarà comunque a Torino a parlare del destino della ex Bertone. E si siederà con i colleghi delle altre organizzazioni di fronte a Marchionne. A parlare. Troppo facile però per l'oltranzista Landini, che Capitale di Marx in una mano e chiave inglese nell'altra, sogna di riportare nelle tasche degli operai l'intero «plusvalore» teorizzato dal filosofo economista. Così l'unico modo per sterilizzare la Camusso ai tavoli aziendali è stato quello di mostrare i denti, minacciare ricorsi e spezzare il barlume di concordia intravisto. Spaccare appunto. «La prossima settimana, molto probabilmente già lunedì prossimo, la Fiom nazionale a Torino presenterà un'azione legale nei confronti della Fiat» ha spiegato ieri Landini. L'oggetto sono le newco create dal Lingotto. Per il sindacato si tratta di società che violano norme italiane ed europee e che hanno un obiettivo antisindacale volto a estromettere la Fiom. Alla leader del sindacato di Corso d'Italia non è rimasto che trincerarsi dietro un «no comment». «Non conosco il testo del ricorso, non lo commento» ha spiegato. Landini ha spiazzato tutti. Anche lei e i lavoratori. Forse una maggiore comunicazione tra le prime linee della Cgil non guasterebbe. Chiarezza. In fondo non è difficile.

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