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Bloccati in Italia senza soldi diventano ladri

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Mai respingimenti alla frontiera transalpina li hanno bloccati, e loro, senza più una meta, si sono messi a rubare, a Milano, e sono stati subito arrestati. È la storia di due immigrati arrivati come altre migliaia di connazionali a Lampedusa, clandestini della prima ora, meno fortunati di altri che hanno ottenuto un permesso di soggiorno temporaneo e che, lasciati in balia di loro stessi, sono diventati ladri per una notte. «Chiediamo scusa all'Italia - hanno detto ieri in uno stentato italiano durante il processo per direttissima - non volevamo fare del male ma non sapevamo più cosa fare. I soldi erano finiti e tutti i nostri amici e parenti sono in Francia ma non li potevamo raggiungere». Il viaggio di Mohamed e Tahir, rispettivamente di 22 e 28 anni, è cominciato alla fine di marzo sui barconi. I due sono stati fotosegnalati il 15 e il 23 marzo a Lampedusa. Poi sono fuggiti, come tanti altri. Il primo ha raccontato di aver preso un treno a Bari e di essere sceso in stazione Centrale, a Milano, dove, alla spicciolata, ne sono arrivati decine al giorno. Ai carabinieri del Nucleo radiomobile che li hanno interrogati hanno detto di essere nel capoluogo lombardo da due o tre giorni e hanno candidamente ammesso di essere stati «costretti» a rubare perché avevano finito i soldi. I due hanno dannneggiato e rovistato in quattro auto, prima di essere pizzicati da una pattuglia dell'Arma. Quando torneranno in libertà, troveranno una pattuglia che li porterà al Cie di via Corelli in attesa di un aereo che li farà scendere direttamente in patria.

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