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Quegli agguati delle Brigate Rosse agli angoli della Capitale

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Secosì fosse quella di ieri sarebbe l'ultima di una serie di violenze dettate dalle logiche della politica più estrema. È il 12 agosto 1979 quando Michael Schubert, un turista tedesco di 19 anni, è gravemente ferito da un colpo di pistola sparato da un agente che lo scambia per un terrorista. Due giorni dopo un pittore edile di trent'anni, mentre viaggiava a bordo di una Vespa, veniva colpito a una gamba da un colpo di pistola. Passano altri due giorni e a Ostia va in scena una sanguinosa sparatoria per un regolamento di conti. Restano feriti due uomini. È invece il 31 ottobre del 1979 quando un appuntato di 57 anni è ferito da uno sparo nell'androne della sua abitazione nel corso di un'aggressione rivendicata delle Br. Un mese dopo un ginecologo di 58 anni è ferito dal gruppo Reparti per l'esercito di liberazione comunista. Il 21 dicembre del 1979 il costruttore Settimio Imperi è ferito alle gambe dal Movimento comunista rivoluzionario. È il 23 febbraio del 1980 quando Antonio Musarella di 22 anni è leso in una colluttazione con i carabinieri nella sede del Pdup di via Pomponazzi. Pochi mesi dopo, a maggio, alcuni terroristi in piazza Albania feriscono due uomini. Negli stessi giorni le Br rivendicano il ferimento del direttore dell'ufficio regionale del lavoro, Pirri Pericle. 17 maggio 1980: il segretario della sezione democristiana di San Basilio, Domenico Gallucci, viene ferito con sei colpi da un commando delle Br. Il 22 maggio dell'81 il direttore dell'ufficio del collocamento Renzo Retrosi è colpito a una gamba da un'arma da fuoco: sparano le Br. Stessa modalità, stavolta al professore Giuseppe Magagna, una settimana dopo. Nel giugno del 1981 tre uomini della cooperativa trasporti Coseva sono feriti da un commando. Il giorno della Befana del 1982 il vice capo della Digos romana, Nicola Simone, è colpito da colpi di pistola sparati dalle Brigate rosse. Mentre nell'ottobre dello stesso anno finisce nel mirino degli estremisti anche il segretario della Socialdemocrazia Europea, Giovanni Marzolino.

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