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Il Tribunale sbarra la strada a Lactalis

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Caso Parmalat. Respinto il ricorso dei francesi contro il rinvio dell'assemblea

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.Il Tribunale di Parma ha infatti respinto l'istanza che era stata presentata dai francesi contro la decisione del cda di Collecchio di rinviare l'assemblea di due mesi. Nello stesso giorno l'assemblea straordinaria della Cassa Depositi e Prestiti ha modificato lo statuto per rendere possibile un intervento nelle società nazionali «di rilevante interesse nazionale», ovvero anche in Parmalat. Lactalis ha accusato il colpo ma si è detta comunque «fiduciosa sugli sviluppi della vicenda» e ha assicurato che «continuerà a proporre il proprio piano di sviluppo industriale di lungo periodo, nella convinzione di agire nell'interesse di Parmalat». A questo punto le carte che i francesi possono giocare sono davvero poche. Questo, pur considerando che resta aperta la discussione con Bruxelles, che sta vagliando le norme e l'intervento messi in campo dal ministro dell'Economia Tremonti, di cui dovrà essere valutata la compatibilità con il corretto funzionamento del mercato unico. In attesa di nuovi elementi sulla newco, ovvero sul veicolo messo in campo dalla Cassa Depositi e Prestiti per contendere Parmalat a Lactalis, Intesa SanPaolo continua a lavorare alla cordata e ai conseguenti impegni economici dei partecipanti, in tutto qualcosa più di tre miliardi fra debito e capitale. Accantonata l'opzione Ferrero, che ha preferito defilarsi di fronte ad un impegno considerato troppo oneroso, la scelta del partner industriale è caduta su Granarolo: cederà i suoi asset a Parmalat e il ricavato sarà messo al servizio dell'operazione. Gran parte del lavoro di questi giorni è orientato a reperire il resto delle risorse necessarie. In campo ci sono le banche, altri gruppi stranieri e l'intervento promesso dallo Stato. Cdp potrebbe assumere un terzo dell'onere, ma il contributo è al momento variabile e la sua consistenza finale dipenderà dall'entità degli altri capitali che saranno raccolti. Parte dell'impegno finanziario dovrebbe essere coperto dalle tre banche che hanno sottoscritto la lettera di impegno recapitata al cda di Parmalat: Intesa SanPaolo, Unicredit e Mediobanca. Se nel primo caso la disponibilità è scontata visto l'impegno messo in campo, non è ancora certa la partecipazione di Piazza Cordusio e Piazzetta Cuccia, che preferirebbero mantenere un ruolo di assistenza finanziaria incentivando l'ingresso nel capitale della newco di altri soggetti. Le soluzioni finanziarie potrebbero essere due: l'acquisto della quota di Lactalis pari al 29% sarebbe quella preferibile. Ma i francesi non sono intenzionati a mollare tanto più che dovrebbero uscire dalla partita con una minusvalenza dopo l'acquisto della partecipazione detenuta dai fondi esteri. Sarebbe quindi necessaria un'opa. Altra ipotesi quella della creazione di una holding partecipata con tre quote paritetiche al 30% tra i partner industriali, GranLatte (la finanziaria delle Coop) e Lactalis, la Cdp e le banche.

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