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Marchionne: «E ora tocca a Cassino»

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Eannuncia: dopo gli accordi a Mirafiori e Pomigliano, ora tocca «a Melfi, Cassino e Bertone», spiega l'amministratore delegato di Fiat durante la puntata di ieri sera di Report. «Non ce l'ho con il sindacato. Sto cercando di aggiornare la maniera in cui gestiamo gli stabilimenti - sottolinea - per renderli alla pari con i concorrenti. Non parlo di Cina, ma di Germania e America». Marchionne dice anche qualcosa di più sul centro direzionale dell'azienda: «La scelta sulla sede legale non è stata ancora presa. Il cuore sarà in Italia, la testa in più parti: in Italia per le attivit europee, a Detroit per quelle americane. Ma dovremo pensare in futuro anche al Brasile e all'Asia». Per quanto riguarda il sindaco Marchionne spiega che il suo obiettivo è «aggiornare la maniera in cui gestiamo gli stabilimenti per renderli alla pari dei concorrenti». Più in generale, Marchionne chiede alla giornalista che lo intervista di guardare con positività allo sforzo che Fiat sta facendo: «È scoppiato un disastro finanziario che ha messo tutti in ginocchio», osserva, e «Fiat è riuscita a sopravvivere da sola, senza chiedere un euro allo Stato. Invece di picchiare sempre la Fiat vogliamo farle qualche complimento?». Non si sbilancia su Ferrari, dice che non sarà venduta «per il momento». Ma davanti alle critiche sul fatto che ha la residenza in Svizzera, sbotta: «Pago le tasse in Italia, le pago come un lavoratore italiano che vive all'estero», dice Marchionne. Se passa più di 183 giorni in Italia - è stato ricordato durante la trasmissione - deve pagare qui le tasse.

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