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La Lega vuole solo i profughi libici

Sbarchi clandestini

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Lampedusa rischia il collasso. E proprio quando il numero di immigrati ha superato quello degli isolani, il ministro dell'Interno Roberto Maroni è sceso il campo presentando un piano per accogliere, gestire e distribuire su tutto il territorio nazionale i profughi libici, fino a un massimo di cinquantamila, che potrebbero sbarcare in Italia in seguito alla delicata situazione nella propria terra. Una chiara strategia per tentare di risollevare l'animo dei lampedusani ormai vittime di una vera e propria invasione e che ha avuto l'appoggio di Regioni, Province e Comuni italiani. Un via libera arrivato dopo una riunione operativa al Viminale durante la quale Maroni ha spiegato che la gestione dei profughi avverrà attraverso «criteri di distribuzione per numeri di abitanti ma con dei correttivi che considereranno il fatto che vi sono zone in cui vi è già una forte pressione di immigrazione, in cui vi sono difficoltà legate a emergenze umanitarie (l'Abruzzo terremotato), e altre che sono già dotate di strutture come i Centri di accoglienza». Eppure, nonostante un generale accoglimento del piano da parte della Conferenza Stato-Regioni e del suo presidente Vasco Errani, i due governatori della Lega, il veneto Luca Zaia e il piemontese Roberto Cota, hanno voluto sollevare alcune perplessità. E così, se Renata Polverini annuncia che il Lazio potrebbe mettere a disposizione le proprie strutture turistiche, militari ma anche «religiose» e Raffaele Lombardo si è detto pronto ad accogliere in Sicilia 5 mila immigrati, Luca Zaia, pur dimostrando la propria disponibilità, ha precisato: «Il piano riguarda solo gli eventuali profughi dalla Libia, che al momento sono "zero": i clandestini tunisini non ci riguardano». E ha aggiunto, facendo riferimento agli annunciati correttivi, che questi dovranno tener conto, per quanto riguarda il Veneto, «della nostra recente alluvione e della forte presenza di immigrati nella Regione». Ancora più esplicito è il governatore del Piemonte che non ha perso l'occasione per sottolineare che «Maroni appronterà questo piano ipotetico in caso dovesse arrivare un esodo di profughi dalla Libia» escludendo, in questo modo, che le varie Regioni italiane debbano accogliere i clandestini provenienti dalla Tunisia o da altri Paesi del Nordafrica. Un'evenienza che Maroni vorrebbe a tutti i costi scongiurare tanto che o domani o venerdì andrà in Tunisia «per verificare, con il governo locale, la possibilità di studiare iniziative in grado di mettere fine ai flussi» migratori. Un problema che anche per il commissario per gli Affari Interni dell'Unione europea, Cecilia Malmstrom, deve essere gestito in collaborazione con i Paesi di provenienza. Più duro l'attacco dell'Unhcr che richiama l'Europa chiedendole di «intervenire a sostegno dell'Italia affinché non sia compromessa la capacità del nostro Paese di ricevere e assistere le persone in arrivo dalla Libia e bisognose di protezione internazionale». Nel frattempo, a Lampedusa, complice le buone condizioni meteo anche ieri sono continuati gli sbarchi di clandestini. Due carrette del mare sono arrivate all'alba con a bordo 127 immigrati e altre due in tarda mattinata con altri 150. Una situazione disperata tanto da costringere il sindaco Bernardino De Rubeis a lanciare un appello alla Comunità europea: «Non riusciamo più a garantire l'ordine pubblico, la sicurezza e l'igiene. Faccio appello all'Europa assente e latitante: Lampedusa deve essere svuotata, altrimenti non possiamo consentire l'arrivo di altre imbarcazioni». Problematiche alle quali, per il momento hanno cercato di dare risposte i ministri italiani come Ferruccio Fazio che, per quanto riguarda la questione sanitaria, ha escluso il pericolo imminente di epidemie. Invece, per avviare il decongestionamento dell'isola, è atteso ad ore l'arrivo della nave «San Marco» della Marina militare che accoglierà a bordo circa mille migranti. Il governo è infine impegnato a salvaguardare le imprese turistiche e l'indotto di Lampedusa. Da Palazzo Chigi il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha assicurato: «Riteniamo di poter salvare la stagione dell'isola che vale circa 50 milioni di euro».

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