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segue dalla prima di FABRIZIO DELL'OREFICE (...) con tutti i principali leader europei, in particolare all'ora di pranzo di oggi dovrebbe aver parlato con Sarkozy e Cameron.

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Obiettivopiuttosto ardito ma il Cavaliere, si sa, non è uno che si pone traguardi a corto raggio. La tesi che intende sostenere il governo è il fatto che certamente l'Italia è il Paese maggiormente esposto. E sarebbe anche il più esposto in caso di eventuali ritorsioni (al momento improbabili) da parte di Gheddafi, visto che già nell'86 il Colonnello sparò su Lampedusa un paio di missili. È anche il Paese più esposto per le conseguenze, soprattutto dal punto di vista dell'immigrazione. Ci sono poi questioni «tecniche» che potrebbero agevolare l'Italia nell'assumere il comando delle operazioni. Al momento l'iniziativa dovrebbe essere coordinata al comando Nato di Stoccarda. Ma non si tratta di un'azione dell'Alleanza Atlantica. Hanno già dichiarato di essere pronti a entrare a far parte della «coalizione dei volenterosi» Paesi che non sono nell'Unione Europea o che non fanno parte neppure della Nato. Dunque è necessario che il comando sia «neutro». L'Italia è pronta a mettere in campo Napoli, che ha una posizione geografica invidiabile essendo al centro del Mediterraneo e allo stesso tempo è collegata con l'Europa. L'idea a cui si sta lavorando è quella di preparare un comando all'aeroporto di Capodichino, collegato direttamente tra l'altro con il comando Sud Europa della Nato che si trova a Bagnoli, sempre nel capoluogo partenopeo. Il Cavaliere è deciso a saltare sulla vicenda e a provare a giocare da protagonista. Oggi volerà a Parigi dove parteciperà al vertice internazionale tra Unione Europea, Lega araba e Unione africana sulla crisi libica. Un summit voluto da Sarkozy, ci sarà anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon. Per ora comunque l'Italia ha messo sul piatto la sua partecipazione. Il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito, ha avvertito: «Si va sempre di più verso una situazione di guerra. Immagino che il governo libico cercherà di tentennare ma prima o poi darà una risposta militare. In queste ore si stanno delineando i possibili scenari. Nel breve avremo un intervento di garanzia sui cieli libici e, in seguito, un intervento a terra». Alle Camere il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha escluso soltanto l'intervento via terra ma ha confermato l'ipotesi Napoli. I «contatti» con gli altri Paesi, ha spiegato La Russa, «vanno in questa direzione». L'obiettivo dell'Italia, ha detto il ministro, è anche quello di inserire «del personale delle nostre forze armate nello staff di pianificazione di questi interventi umanitari» per «verificare che i modi operativi non siano né inferiori ma tantomeno superiori ai limiti che il Parlamento ci indicherà». Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha detto che aerei italiani potrebbero entrare in azione per attaccare «postazioni radar» o «militari di contraerea» in caso di violazione della no fly zone. Berlusconi ha dalla sua il fatto che prima di 48 ore è difficile che si avvii l'operazione militare vera e propria. Almeno questo è quanto risulta al governo italiano. C'è poi il fronte interno. Che è abbastanza complicato. Il premier mette le mani avanti e nella nota conclusiva del consiglio dei ministri si afferma che «ogni decisione viene adottata in accordo con il presidente della Repubblica e che il Parlamento sarà costantemente informato ai fini delle decisioni che intenderà adottare». Infatti La Russa e il ministro degli Esteri Franco Frattini corrono subito alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. Il presidente del Consiglio ha già convocato una nuova riunione del governo per lunedì mattina. Ma già la Lega ha provato a distinguersi. Umberto Bossi non ha partecipato alla riunione dell'esecutivo visto che aveva già lasciato Roma l'altra sera. Non c'era Roberto Maroni, che però ha presieduto il comitato e l'ordine e sicurezza pubblica nel pomeriggio. C'era solo Roberto Calderoli che ha chiesto chiarimenti. Bossi ha fatto sapere di essere sulla stessa linea di Angela Merkel, la Germania si è astenuta nel consiglio di sicurezza Onu quando è giunto il momento di votare la risoluzione sulla Libia. Una scelta, è bene ricordarlo, dettata anche dal fatto che i tedeschi saranno chiamati a breve a un nuovo test elettorale che per la cancelliera potrebbe essere decisivo. I leghisti evidentemente si sentono perennemente in campagna elettorale: quando anche le commissioni parlamentari decidono di votare, si danno alla macchia. Il testo comunque passa a larga maggioranza, ora il famoso trattato di amicizia è sospeso anche de jure. Significa che a breve potrebbero esserci anche ripercussioni sul fronte energetico. Il Cavaliere sta pensando come affrontare anche questa emergenza.

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