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Silvio ricuce gli strappi

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Silvio Berlusconi

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Silvio tappabuchi. Costretto a inseguire le mille diatribe che vanno esplodendo e le mille falle che si stanno aprendo. Nel Pdl, nella maggioranza, nel governo. E nei processi visto che la Procura ha preparato l'avviso di chiusura di indagini ipotizzando che ben 33 ragazze siano state indotte alla prostituzione e che ci siano stati atti sessuali tra il premier e Ruby. Anche quello. Dunque, il governo. Berlusconi oggi dovrebbe salire sul Colle e annunciare che ha intenzione di nominare tre nuovi ministri. È costretto ad accelerare per le pressioni che arrivano soprattutto dal gruppo dei Responsabili. E infatti l'unico certo è Saverio Romano alle Politiche Agricole. Tutto in bilico per la Cultura. Il predestinato era Giancarlo Galan, il quale nel pomeriggio deve aver subodorato che - a forza di dimostrarsi perplesso su quella posizione - stava rischiando di perdere tutto. Così a ora di pranzo informa gli italiani di essere pronto a traslocare a via del Collegio romano a prendere il posto di Sandro Bondi: «Se dovessi cambiare ministero, beh posso dire che qualche buona idea per sovraintendere i beni culturali ce l'ho. Tutto si può dire, ma non che mi manchino idee e fortuna e nel settore della cultura ci vuole». Poi espone un miniprogramma. È il suo staff (in diversi hanno lavorato alla festa del cinema o alla Biennale di Venezia) a spingerlo a prendere subito la Cultura: più tempo passa più sembra pronto per le Politiche Comunitarie. In realtà le sue quotazioni stanno scendendo. Tornano in pista Paolo Bonaiuti e anche Gaetano Quagliariello: sono circolati anche i loro nomi. E non si può escludere che Berlusconi tiri fuori un nome a sorpresa dal cilindro, tutto è ancora possibile. Si vedrà, le nomine dei sottosegretari sembrano destinate a slittare in un secondo momento. Poi il partito. Il Cavaliere rivede Claudio Scajola mentre in Transatlantico è una ridda di voci, mugugni, malumori. Si parla anche di un sondaggio che sarebbe stato commissionato da Berlusconi sull'ex ministro e che non sarebbe molto positivo sull'ipotesi di ritorno in auge del leader di Imperia. Alla fine Scajola preferisce non parlare in pubblico. Parla con i suoi e si mostra tranquillo, sereno, soddisfatto di essere finalmente riuscito a dire la sua. Dice di essere rincuorato del rapporto ritrovato con Silvio. Sembra che abbia rifiutato un incarico di governo, per lui si era parlato anche di un possibile ruolo nel Pdl. Magari per gli enti locali. Berlusconi dal canto suo è sembrato ancora piuttosto perplesso sulla sortita dell'ex coordinatore di Forza Italia, non ha compreso perché si sia spinto così avanti fino a minacciare dei gruppi autonomi. In serata riceve Antonio Martino il quale dichiara che non era d'accordo sulla miniscissione forzista ma spiega a Berlusconi che nel Pdl c'è comunque grande preoccupazione, come ha spiegato pubblicamente lo stesso Scajola. Gli ex Forza Italia, i berlusconiani della prima ora, si sentono spaesati, schiacciati dagli ex An dentro il partito e la Lega dentro la maggioranza. Dunque, qualcosa bisognerà pur fare. «Altrimenti a pagare sono sempre quelli che ti sono stati più vicini», dice l'ex titolare della Difesa. Il Cavaliere annuisce, ripete «Lo so, lo so». Ma non ha una soluzione ancora in testa. Chiede suggerimenti per affrontare i casi più critici. La verità è che gli toccherà mettere mano al partito, riprendere anche quel dossier. Infine, giusto perché alla giornata del Cavaliere non manchi proprio nulla, in serata c'è tempo anche per un vertice del Pdl sul Sud. La componente di Gianfranco Miccichè minaccia anch'essa di trasformarsi una forza autonoma all'interno del centrodestra in chiave anti-leghista. Non è una questione da poco se a palazzo Grazioli si vedono sfilare i tre coordinatori del Pdl (Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini) i capigruppo e i vice (Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello), il ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto ed alcuni esponenti dei partiti legati al Mezzogiorno: Miccichè appunto (Forza Sud), Adriana Poli Bortone, Arturo Iannaccone e Vincenzo Scotti ("Io Sud" e "Noi Sud"). Arriva anche il coordinatore campano del Pdl, Nicola Cosentino. E poi dicono che passa la giornata a fare solo bunga bunga.

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