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«Non temo il nucleare, ma gli italiani»

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MargheritaHack è categorica, in fatto di atomi e particelle. Aggiunge: «E poi parliamo tanto di Nucleare quando sono andati a costruire alle pendici del Vesuvio, in un luogo terribilmente pericoloso». E dice la sua. A Trieste, nei pressi della pittoresca piazza dell'Unità, mentre presenta con Massimo Bruno il programma di DeaKids (canale 601 di Sky) - è il canale della De Agostini - che condurrà insieme a Federico Taddia il 21 marzo alle 18. Su sole, pianeti, buchi neri. Una tv indirizzata finalmente ai ragazzi, divulgativa. E pensare che l'astrofisica più importante d'Italia in gioventù prese Lettere: «Ci rimasi un'ora - racconta - poi scappai via verso le materie scientifiche». Margherita Hack, quale è il pericolo in Italia? «Il pericolo siamo noi italiani, il pericolo è il prendere tutte le cose sotto gamba. Il Vesuvio non è morto, eppure ci sono tante persone, lì ad abitare ancora oggi sotto le sue falde». Il Nucleare è sicuro? Ci possiamo fidare delle nuove tecnologie? «Di sicuro non c'è nulla al cento per cento ma, le centrali di oggi, sono di certo più sicure di quelle di una volta». Berlusconi è favorevole, il Pdl in generale anche, tranne qualche voce come quella del sindaco Alemanno. La Sinistra fa opposizione. Come si fa a convincere quest'ultima sulla bontà dell'atomo? «Io non credo che sia un argomento o di destra o di sinistra. È un qualcosa che serve a tutti. Rubbia è uno dei massimi esperti, si dovrebbe chiedere un parere a lui». Sì ma lei è una donna di scienza... «Io credo che l'energia o si compra dalla Francia o bisogna prenderla da qualche parte. E inoltre carbone e gas sono molto, molto inquinanti, cosa che non succederebbe con il nucleare che, di contro certo, potrebbe provocare danni più importanti. Certo d'altro canto, se da noi fosse venuto il terremoto come in Giappone... A L'Aquila il sindaco si è dovuto dimettere. Solo nel Friuli si ricostruì rapidamente. Ma stiamo parlando di una mosca bianca. Basti pensare, oltre all'Abruzzo, anche alla Sicilia...». In conclusione lei rimane favorevole al Nucleare... «Dobbiamo constatare un fatto: compriamo il Nucleare dalla Francia, il petrolio e il metano dalla Libia e dall'Ucraina, dagli amici Putin, Gheddafi, sono tutti amici. Siamo in tutto e per tutto dipendenti, dal fattore energetico. Allora potremmo essere più accorti nelle energie biologiche». E il referendum come lo vede? «Si è votato il primo sull'onda di un'emozione, con il prossimo succederà lo stesso». Qualche esempio di energia buttata al vento? «Si costruiscono palazzi con muri di vetro, che sono freddi di inverno e caldissimi d'estate. Dovremmo sviluppare al massimo il risparmio energetico, la raccolta differenziata. La Germania si riscalda con la nostra spazzatura. C'è una paura irrazionale sul Nucleare ma anche su gli Ogm, date soltanto da ignoranza di tipo scientifico».

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