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Sinistra snobbata dalle donne In pochi nelle piazze anti-Cav

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.Una ragazza sale sul palco per dare inizio alla manifestazione organizzata dall'Idv per l'8 marzo. «Libere di essere donne», è lo slogan che campeggia alle sue spalle. «Che emozione!Da quassù siete tantissime», strilla al microfono. I partecipanti - la maggior parte uomini che sventolano bandiere inneggianti a Antonio di Pietro - si guardano intorno. Sono in pochi. E stavolta è talmente evidente che ascoltare quel «siete tantissime» è quasi imbarazzante. La manifestazione va avanti. Le rappresentanti comunali, provinciali e regionali dell'Idv sfilano sul palco. Una di loro, Cristina Capraro, porta sotto le luci dei riflettori la figlia Gaia. Ha due anni, tiene in mano un palloncino azzurro del parito e ascolta la sua mamma: «Noi non vogliamo scorciatoie, non usiamo il nostro corpo per fare carriera, non siamo paragonabili alle ragazze di Arcore», le sente urlare. Il nemico munero uno per le donne Idv - ci mancherebbe - rimane Silvio Berlusconi, ma il vero convitato di pietra è Nicole Minetti. «Nominare consigliere regionale una donna non per le sue capacità politiche, ma per quelle dimostrate nel bunga bunga non è tollerabile», sentenziano. Sergio, un autista dell'Atac, se ne sta lì ad ascoltare. Quando gli chiedi il motivo della sua presenza in piazza, risponde: «Condivido la linea politica di Di Pietro: legalità e giustizia uguale per tutti. Berlusconi non può restare impunito». Scusi, ma le donne? «No, più che altro io sono qui per i motivi che le ho detto». Sale sul palco Antonio Di Pietro e il messaggio è sempre lo stesso: «Donne di tutto il mondo che siete nel nostro Paese prendetevi per mano e fate un girotondo per una grande battaglia comune per mandare a casa Silvio Berlusconi», strilla, facendo contento Sergio. Spostandosi di poche centinaia di metri, in piazza di Pietra, dove va in scena la manifestazione organizzata del Pd per l'8 marzo (perché farne una sola, insieme, sarebbe stato troppo facile e comunque troppo da opposizione unita), la musica non cambia. «Oltre Arcore c'è la dignità delle donne», è l'originale slogan scelto dai democratici. Rosy Bindi, insieme a una delegazione di dirigenti del partito, ha appena recapitato a Palazzo Chigi una quantità simbolica dei «milioni» di firme raccolte per chiedere le dimissioni di Berlusconi. La presidente democratica ha consegnato al sottosegretario Gianni Letta anche il libro nero che contiene i provvedimenti contro le donne varati dal governo e il libro bianco con le proposte del Pd a favore della condizione femminile. In piazza il segretario Pier Luigi Bersani dà il meglio di sé: «Berlusconi ci ha portato a pensare che la mercificazione della donna sia uno spazio della sua libertà. No, no, no», strilla. Il leader del Pd si rivolge poi direttamente al vero protagonista della manifestazione, l'ennesima: «A Berlusconi diciamo: "Hai tenuta, hai grinta". Bene, noi abbiamo più tenuta e più grinta di te. Resisteremo un minuto più di te». Le democratiche lo applaudono. Contente loro.

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