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I generali contro il Colonnello

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questigli stessi miliatri che per 40 anni hanno sostenuto Gheddafi ora non sono più intenzionati a mantenerlo in sella. Ampi ranghi delle forze armate si sono schierate con i rivoltosi. Piloti hanno disertato pur di non bombardare i manifestanti. Il capo di Stato maggiore dell'esercito libico, Abu-Bakr Yunis Jabir, sarebbe agli arresti domiciliari dopo essere passato dalla parte dei rivoltosi. Il suo vice Al Mahdi al Arabi, sfuggito all'arresto, guiderebbe le truppe golpiste. Ufficiale di lungo corso, Al Mahdi ha studiato all'Accademia militare di Mosca, ma in questi ultimi anni ha frequentato Fort Braggs nella Caroline del Nord, principale centro di addestaremnto per le forze speciali. Gli Stati Uniti, dopo l'11 settembre, infatti, hanno finanziato e addestrato ufficiali libici nella lotta ai terroristi di Al Qaeda che imperversano nel regione del Sahara. Se, confermata, la notizia del golpe militare, rischia di trasformarsi in un bagno di sangue. Il motivo è semplice. a differenza dell'Egitto e della Tunisia dove le forze di sicurezza sono rimaste unite e hanno scelto la linea della moderazione, in Libia la situazione è molto diversa. Principalmente perché la Guardia personale di Gheddafi è fedele solo al leader e non risponde ai vertici militari. Kahamis Gheddafi, il figlio trentenne comandante di una delle più temute unità delle forze di sicurezza che in questi giorni si sono distinte nella repressione della rivolta. A fianco a esse, semrpe agli ordini di Khamis, ci sono i Murtazaqa i mercenari africani, palestinesi e persino serbi. Una legione straniera forte di 35mila uomini pagati circa 500 dollari al giorno, che avrebbero ricevuto un premio di 18mila dolalri per reprimere la rivolta. Professionisti della guerra «senza né onore nè gloria» ma disposti a tutto per la paga. Sono loro l'ultimo baluardo al trono di Muammar. Mau.Pic.

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