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L'Unità è festa. Ma non per i leghisti

Tricolore sui balconi

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Il 17 marzo 2011 sarà festa nazionaleÈ bastato un decreto legge votato ieri in Consiglio dei ministri per inserire a pieno titolo nell'elenco delle festività di quest'anno anche la ricorrenza dei 150 anni dall'Unità d'Italia. Una decisione sofferta che, però, ha evidenziato ancora una volta le diversità di vedute all'interno della maggioranza. Diversità diventate evidenti quando i leghisti Umberto Bossi e Roberto Calderoli hanno deciso di votare contro al decreto e Roberto Maroni, forse per rispetto della sua carica di ministro dell'Interno, ha abbandonato il vertice prima del voto. La festa dell'Unità è riuscita così a dividere il governo. Una spaccatura che Gianni Letta aveva cercato di evitare invitando tutti i ministri ad un gesto di responsabilità per non alimentare strumentalizzazioni, ma così non è stato. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, uno dei principali sponsor dell'istituzione della festività, ha tentato in tutti i modi di non dare troppa importanza all'accaduto sostenendo che in Cdm non ci fosse stata «nessuna frattura» ma solo «opinioni diverse». Poi però, quando Calderoli ha deciso di mettere nero su bianco, in un comunicato, la posizione della Lega, si è capito che le cose stavano in modo diverso: «Il decreto è una follia incostituzionale perché priva di copertura». Una critica alla quale ha ribattuto La Russa spiegando che la «copertura c'è, con il trasferimento degli effetti giuridici del 4 novembre». E infatti basta leggere il decreto composto di soli due articoli per capire che il 17 marzo 2011 verrà equiparato alle domeniche, all'1 gennaio, al 25 aprile, all'1 maggio e a tutti quei giorni (come previsto dall'art. 2 della legge 260 del 1949) «considerati festivi». E che, «al fine di evitare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private», solo quest'anno si trasferiranno alla festa del 17 marzo «gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali» previsti per la festività del 4 novembre. «Questo non significa - ha però precisato il ministro La Russa - che la Festa delle Forze armate sia stata abolita». In altre parole il 4 novembre non verrà pagato come festività soppressa. Fermo restando la propria contrarietà, la Lega ha comunque fatto capire (anche attraverso un comunicato dei due capigruppo di Camera e Senato, Reguzzoni e Bricolo) che la linea non sarà quella di cavalcare la polemica. Anzi, proprio come sollecitato dal «mediatore» Letta, non ci saranno iniziative padane contro la festa del 17 marzo. Un gesto di rispetto anche nei confronti del presidente della Repubblica che aveva chiesto esplicitamente a Bossi di non alimentare contestazioni alla festa. E proprio Napolitano ieri ha annunciato che anche Papa Benedetto XVI parteciperà alle celebrazioni del 150° anniversario: «È stato molto importante l'impegno, ribadito anche dal segretario di Stato vaticano Bertone per la partecipazione della Chiesa e anche, in qualche forma, del Pontefice, alla celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia».

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