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Anche Bellotti lascia Fini

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L'ex finiano Bellotti

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Lo sgretolamento di Fli sembra ormai irreversibile. L'ultimo a lasciare il partito, dopo neppure una settimana dal suo battesimo ufficiale a Milano, è il deputato Luca Bellotti che torna nelle fila del Pdl. Un abbandono che ha lasciato di stucco molti colleghi futuristi nei quali riecheggiavano ancora le parole del parlamentare di Rovigo che solamente giovedì scorso aveva smentito le voci che lo davano pronto ad andarsene lanciando un chiaro messaggio a tutti gli amici di Futuro e Libertà: «Andiamo oltre le sterili divisioni tra "falchi" e "colombe" e pensiamo a un confronto sulle linee programmatiche che non sono, in fondo, poi così divergenti». Ieri invece la svolta. Bellotti affida il suo messaggio di addio ad una nota dell'ufficio stampa del Pdl, spiegando di «avere da sempre una storia politica di centrodestra» e che la sua «decisione arriva in un momento assai delicato per il Paese, nel quale tutti sono chiamati al massimo senso di responsabilità, a maggior ragione se profondamente legati all'area del centrodestra». Un continuo richiamo alla tradizione che non solo appare come un tentativo di giustificarsi davanti ai propri elettori che, tra l'altro, appena appresa la notizia hanno manifestato il loro dissenso sulla pagina Facebook del parlamentare, ma che potrebbe celare un appello a quei finiani di centrodestra rimasti tra le fila di Fli. In quest'ottica infatti non si è arrestato il pressing della maggioranza sui «futuristi» in bilico. Occhi puntati quindi sull'ex ministro Andrea Ronchi e i deputati Giuseppe Scalia e Carmine Patarino che qualche loro collega dà già «fuori dal partito». Ma è sul senatore Pasquale Viespoli che si stanno concentrando le attenzioni del premier che vorrebbe offrirgli di nuovo la sua vecchia poltrona di sottosegretario al Lavoro. Tornando invece a Bellotti emerge che il suo addio avrà ripercussioni pesanti a Montecitorio dove la maggioranza conta ormai 319 deputati. Infatti, in base al complesso calcolo dei «resti» dei gruppi parlamentari, bisognerebbe ora riequilibrare le commissioni a favore del centrodestra. Sorte che dovrebbe toccare anche alla Bicamerale sul Federalismo e all'ufficio di presidenza dove attualmente l'opposizione è in vantaggio 10 deputati a 8. Una cosa comunque è certa: il passaggio di parlamentari da Fli alla maggioranza rafforza sempre più Berlusconi.  

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