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Conflitto di attribuzione Il Pdl torna alla Camera

Il presidente della Corte Costituzionale, Ugo De Siervo

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Il legale del premier e senatore del Pdl Piero Longo lo ribadisce per l'ennesima volta: il Tribunale di Milano non è competente a giudicare sul «caso Ruby». I tecnici della giustizia del Pdl stanno infatti pensando di presentare per lunedì in Giunta per le autorizzazioni della Camera un'iniziativa sul conflitto di attribuzione che la maggioranza intende sollevare sul caso Ruby. Potrebbe trattarsi di una lettera al presidente della Giunta nella quale si criticherebbe anche la decisione di andare avanti comunque con il processo benché la Giunta prima e l'Aula poi abbiamo indicato la competenza del Tribunale dei ministri. La Corte Costituzionale intanto sembra voler mettere le mani avanti osservando che sulle questioni di giurisdizione possa decidere solo ed esclusivamente la Cassazione. Lo prevede l'articolo 37 della legge n. 87 del 1953: una norma piuttosto chiara nella quale, a proposito delle competenze della Consulta, dice che per le questioni di giurisdizione «restano ferme le norme vigenti». Il che significa che è solo il codice di procedura penale a disciplinarle. La Consulta potrà intervenire nel caso in cui ci siano due istituzioni che rivendichino ognuna per sè lo stesso potere-prerogativa. Ma il caso Ruby, si osserva, è un po' diverso. Qui c'è la Camera che si è espressa per l'incompetenza del Tribunale di Milano, senza che poi quest'ultimo, ad esempio, abbia indicato a sua volta il Tribunale dei ministri come ufficio competente. La Camera, comunque, sottolinea l'ex presidente Luciano Violante (Pd) potrebbe anche sentirsi privata del potere di dare o negare l'autorizzazione a procedere.  La soluzione prospettata da alcuni esponenti del Pdl di sollevare comunque il conflitto alla Camera sembra però una strada in salita anche perché, nell'ufficio di presidenza di Montecitorio che deve valutare se accogliere o meno la richiesta per sollevare il conflitto di attribuzione, il centrodestra non ha la maggioranza. I tecnici del Pdl, comunque, sono al lavoro anche su altri fronti. È di ieri la notizia secondo la quale si starebbe studiando anche una norma per rimodulare il reato della prostituzione minorile facendolo scattare solo in caso di «infra-14enni». Ma è di ieri anche la notizia di una sorta di trattativa che sarebbe in piedi per costringere Berlusconi a fare un passo indietro. Se lui fosse disposto a dimettersi, infatti, l'ufficio di presidenza, si racconta, potrebbe comunque decidere di sollevare conflitto di attribuzione. Con l'impegno da parte di tutti a negare poi, in seguito, l'eventuale richiesta di autorizzazione a procedere.

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