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Spiano pure la Procura

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Ruby Rubacuori in discoteca

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Dopo il giallo delle foto con Silvio desnudo, ecco che nel Rubygate scoppia il giallo delle effrazioni. Ieri il vicepresidente dell'Ufficio Gip di Milano, Claudio Castelli, ha infatti rivolto un invito per lettera ai colleghi affinché prestino attenzione ai loro uffici dopo che, nei giorni scorsi, si era verificato un presunto tentativo di effrazione nella stanza del Gip Federica Centonze. Un episodio che si aggiunge ai tentativi, sempre di effrazione, verificatisi l'estate dello scorso anno negli uffici del Gip Cristina Di Censo (che deve decidere sulla richiesta di processo per il premier nel caso Ruby) e del presidente dei Gip Gabriella Manfrin. Su questi episodi è stata aperta un'inchiesta per danneggiamento a carico di ignoti. Non solo. Secondo radio-procura, un altro episodio misterioso si è verificato al settimo piano del Palazzo alcuni mesi fa quando è stato rubato il pc portatile di un altro giudice, il magistrato Chiara Valori, mentre era fuori ufficio. E a Palazzo di Giustizia è scattato lo stato di massima allerta: «Non assentarsi mai dall'ufficio lasciando la porta aperta, custodire i fascicoli sensibili in cassaforte e non comunicare a nessuno le password dei computer», è l'appello rivolto alle toghe milanesi. Intanto hanno ripreso a funzionare da quattro giorni, dopo essere state spente per tutto gennaio, le telecamere installate al settimo piano: le immagini sono visionate in diretta dagli uomini del servizio di vigilanza privata del tribunale, nei loro uffici in via Freguglia. Proprio qui è installato il «cervellone» che memorizza i fotogrammi registrati giorno e notte e li tiene in archivio per anni. Eppure le toghe milanesi non si fidano. Ben quattro carabinieri stanno presidiando l'ufficio della gip Di Censo. I militari allontanano chiunque si avvicini alla porta. Anche l'ingresso del corridoio che conduce alle cancellerie dei gip è stato chiuso e il passaggio è proibito a chi non è espressamente autorizzato. Il gip che dovrebbe decidere sulla richiesta di giudizio immediato per il premier entro lunedì o martedì prossimi, non solo esaminerà tutti i verbali delle indagini difensive consegnati dagli avvocati del presidente del consiglio, ma affronterà anche una serie di nodi giuridici e procedurali: se è possibile procedere per entrambi i reati - questione controversa e su cui il pool dei pm del caso Ruby si è confrontato fino a giovedì sera - e se la competenza è di Milano, come sostiene la Procura, oppure, come ritengono i legali di Berlusconi, del Tribunale dei Ministri. La settimana prossima si saprà come andrà a finire. Se il giudice preliminare Di Censo accoglierà le richieste della Procura, il processo a Berlusconi comincerà in fretta: aprile, al più tardi maggio.

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