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E Moretti fa il Caimano

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Nanni Moretti

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Ammettiamolo. L'operazione di marketing sta riuscendo benissimo. Un'operazione chirurgica. Un'operazione, con battute e tempi che hanno puntualmente rispettato il copione. Il primo atto va in scena mercoledì 9 febbraio (ovvero lo stesso giorno in cui la procura di Milano ha chiesto il giudizio immediato per il Cav sul caso Ruby): dopo la polemica sul mancato passaggio su Raitre in prima serata, l'agenzia Adnkronos annuncia che il film Il Caimano di Nanni Moretti, dove lo stesso regista veste i panni del premier, si affaccerà comunque sulla terza rete durante il programma Parla con me di Serena Dandini che ne trasmetterà il finale. Nelle ultime scene del film, infatti, Moretti nei panni di Berlusconi affronta un processo al Palazzo di giustizia di Milano, viene condannato, reagisce auspicando che i cittadini reagiscano alla deriva giudiziaria. La pellicola si chiude con una molotov scagliata contro i magistrati sulle scale del tribunale milanese. Poi il colpo di scena: niente finale perché in serata è arrivata una lettera del vicedirettore generale, Antonio Marano, che chiedeva di ridurre la scena da sette a tre minuti, pena la svalutazione del prodotto e quindi il divieto di trasmetterlo in futuro su qualsiasi rete Rai: un taglio al quale Moretti, che pure aveva dato il suo assenso alla messa in onda dell'ultima parte del film, si è opposto. Di qui la decisione della direzione di Rai3, d'accordo con il regista ma anche con la Dandini e con tutto il team del programma, di non mandare più in onda gli ultimi minuti del Caimano. Nella puntata andata in onda resta solo l'annuncio della Dandini: «Stasera avremo un profetico commento di Nanni Moretti sulla situazione politica di oggi». Ma la trasmissione si chiude con un'intervista a Giobbe Covatta. Atto secondo: giovedì 10 la Dandini lancia un accorato appello durante Parla con me: «Ieri sera volevamo mandare in onda, d'accordo con Nanni Moretti, la sequenza finale del suo famoso film il Caimano, cosa che non è successa come avete visto perché ci è stata impedita a un'ora dalla messa in onda. Secondo i vertici della Rai rischiavamo di deprezzare il film che dovrà andare in onda su Rai1. Diciamo che sono tre anni che deve andare in onda su Rai1 e questo non accade. Rai3 lo trasmetterebbe volentieri, ma non può farlo perché‚ dicono che deve andare in onda su Rai1. Ma quando? Poichè Rai1 ha un palinsesto molto fitto, faccia un passo indietro, lasci a Rai3 la possibilità di trasmettere il film e ai telespettatori finalmente di guardarlo. Grazie», conclude la conduttrice orfana di Moretti. Intanto il meccanismo dell'effetto annuncio è servito alla Dandini a far risalire gli ascolti: mercoledì sera Parla con me ha fatto registrare un milione e 734mila telespettatori, pari al 12,85% di share, dopo settimane di crisi. Ieri, l'ultimo atto con la discesa in campo del Caimano Nanni che in due interviste all'Unità e al Manifesto spiega al popolo il finale del film: «I fuochi alle spalle del Caimano sono le macerie che Berlusconi si lascia dietro: macerie istituzionali, costituzionali, culturali ed etiche». «Hanno paura del mio film perché è profetico e la Rai lo rinvia all'infinito» ma «Berlusconi non è diventato questa persona, è sempre stato così». E ancora: «Per me le tv pubbliche e quelle Mediaset non sono la stessa cosa. Una cosa è essere finanziato dalla tv pubblica, un'altra è esserlo dalle reti di Berlusconi, che fin dall'inizio erano una certa visione del mondo. È una questione di pelle, da 25 anni ho fatto la mia scelta, anche di non usare la distribuzione Medusa». Moretti dimentica, però, di ricordare i contributi statali ricevuti: per produrre Il Caimano, Nanni ha infatti portato a casa più di 1.341.000 euro. E dopo essere diventato ricco per aver chiesto a D'Alema di dire «qualcosa di sinistra», il regista ha fatto boom con il film anti Cav. Una decina di milioni il risultato ottenuto dalle sue Sacher film e Sacher distribuzione grazie agli incassi al botteghino e ai diritti pay tv. Non solo. Come aveva rivelato Il Tempo lo scorso 21 novembre, Moretti ha pure incassato 500 mila euro dalla Regione Lazio. La delibera è stata firmata il 23 marzo 2010, nell'ultima settimana della Giunta di centrosinistra. Un tempismo perfetto: cinque giorni dopo, il 28 marzo, ci sono state le elezioni, vinte dalla candidata del centrodestra Renata Polverini. I soldi sono stati «girati» alla Sacher Film srl (che al 31 dicembre 2009 era in rosso di 8.187 euro con debiti verso le banche per 597 mila). I cinquecentomila euro del Lazio sono stati un contributo alla realizzazione della pellicola Habemus Papam, prodotta, oltre che dalla società di cui il regista è fondatore e presidente, anche da Fandango e Rai Cinema. Ispirata alla vicenda di papa Celestino V, avrà come protagonisti Michel Piccoli, che interpreta il pontefice, lo stesso Moretti, nella parte dello psicanalista del papa, Margherita Buy e Franco Graziosi. Benché il regista non abbia avuto il permesso di girare in Vaticano (non l'ha mai avuto nessuno), ha potuto realizzare alcune riprese esterne in piazza San Pietro durante l'Angelus. Del resto la pellicola strizza l'occhio al Vaticano, che ne avrebbe gradito la sceneggiatura. Il film, ovviamente, è costato parecchio, circa 8 milioni di euro. Le riprese sono terminate a metà giugno dell'anno scorso, l'opera uscirà nelle sale a primavera e sarà in gara al Festival di Cannes (11-22 maggio). L'armageddon giudiziario su Silvio si è scatenato giusto in tempo, eccola l'operazione di marketing perfetta.

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