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Entro dieci giorni chiusa l'inchiesta su Minetti, Mora e Fede

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.È questo il lavoro che sta svolgendo il gip milanese che si deve pronunciare sulla richiesta di giudizio immediato nei confronti del premier Silvio Berlusconi. L'ufficio del giudice Cristina Di Censo è presidiato dai carabinieri, scelta presa, oltre che per tenere lontano i cronisti, anche per evitare che si verifichino di nuovo tentativi di furti nelle stanze dei giudici per le indagini preliminari milanesi. E mentre il gip esamina intercettazioni e sms scritti dalle persone coinvolte nel «caso Ruby», i magistrati portano avanti le indagini sugli altri indagati dell'inchiesta: Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede. Tutti sono accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile insieme con altri tre indagati, nomi iscritti in un altro fascicolo processuale. Proprio nei loro confronti, i pm hanno intenzione di chiudere le indagini entro dieci giorni e depositare gli atti nelle mani del gip: secondo gli inquirenti avrebbero organizzato festini a luci rosse nella villa di Arcore. Tra le carte che sono state invece inviate al gip, ci sono i verbali della marocchina Ruby Rubacuori, sentita dai pm quattro volte tra luglio e agosto 2010, intercettazioni e le dichiarazioni di altre persone sentite come persone informate sui fatti e gli accertamenti su una serie di conti correnti bancari. Verifiche che la procura ha effettuato per ricostruire il presunto giro di denaro destinato alle ragazze ospiti alle feste nella casa del Cavaliere. Il gip, comunque, può disporre il processo per il premier, rimandare gli atti ai pm, se dovesse ritenere che non ci siano i presupposti per il rito immediato e quindi stabilire che i magistrati proseguano con il rito ordinario, oppure restituire le carte all'accusa, segnalando l'incompetenza della procura a indagare.

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