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Berlusconi e la scossa

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Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti

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Lo va ripetendo da giorni e oggi quella che ha definito «una sferzata all'economia» arriverà in Consiglio dei ministri. Per Silvio Berlusconi è la risposta più eloquente alla campagna giustizialista che il centrosinistra e la magistratura gli hanno montato contro per metterlo con le spalle al muro e indurlo a gettare la spugna. Quindi proprio nel giorno in cui la procura di Milano inoltrerà la richiesta di giudizio immediato per Berlusconi per concussione e prostituzione minorile, il governo varerà un pacchetto di misure per rilanciare l'economia. Un segnale preciso al Paese che Palazzo Chigi va avanti a dispetto della bufera giudiziaria. Il pacchetto di misure (dai voucher, alla spinta all'innovazione, agli incentivi alle aggregazioni) è a favore delle piccole e medie imprese e mirato a dare carburante al motore dell'economia. Non solo. Si privilegia il Mezzogiorno (un'area a cui continuerà ad essere destinato l'85% delle risorse che sono assegnate dal Cipe) rispetto al Nord. Il testo è stato limato fino all'ultimo in un serrato braccio di ferro tra Berlusconi e Tremonti. Lunedì sera, nel corso del vertice tra il premier e lo stato maggiore leghista, si è sfiorata più volte la rottura e Berlusconi e il ministro dell'Economia si sarebbero lasciati dopo un acceso scontro. Tant'è che per ricomporre la situzione, ieri di buon mattino, Tremonti è stato convocato a Palazzo Grazioli. Il disgelo sarebbe stato avviato anche se in ambito leghista si parla di una sorta di «pace armata» tra i due. Berlusconi avrebbe rimproverato a Calderoli e Tremonti di aver imposto una «forzatura» sul decreto approvato dal Consiglio dei ministri, provocando lo stop procedurale da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Questo è stato solo l'inizio. La discussione si è animata proprio sul pacchetto sviluppo quando Berlusconi ha chiesto a Tremonti di allargare i cordoni della borsa e mettere quindi più risorse. Ma dove reperire i fondi? La Lega ha subito bocciato l'ipotesi di stornare risorse dal federalismo. Una linea difesa da Tremonti che si è detto irremovibile nel mantenere a costo zero il pacchetto delle misure e nel difendere la linea del rigore. Berlusconi invece avrebbe voluto che fossero messe sul piatto un po' di risorse per mostrare in modo più incisivo che il governo si sta impegnando per il rilancio dell'economia. Di qui lo scontro con Berlusconi che ha accusato Tremonti di eccessiva rigidità soprattutto in un momento in cui l'immagine del governo ha bisogno di essere rilanciata. Oltre ai fondi, Tremonti avrebbe espresso anche perplessità sulla portata delle misure. Una battuta non proprio positiva sulla riunione del consiglio dei ministri, fatta a telecamere spente ma ascoltata da chi era nelle vicinanze, ha fatto capire che il ministro avrebbe più di un dubbio. Lo scontro però è stato archiviato. Peraltro Tremonti ieri è stato indicato da Agipro news (l'agenzia specializzata in pronostici e scomesse) come il possibile prossimo premier qualora Berlusconi dovesse fare un passo indietro.

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