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Santoro è il nuovo Beppe Grillo

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Michele Santoro

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Ora c'è anche il nome: «Legittima difesa». Perché in una Paese messo alle corde dal «cattivo» Silvio Berlusconi, non c'è altra strada se non quella della «legittima difesa». E così Michele Santoro, Marco Travaglio e Barbara Spinelli, lanciano il loro movimento. Che non esordirà, come previsto, il 13 febbraio davanti al tribunale di Milano, ma più in là. Tra la fine del mese e gli inizi di marzo quando si svolgerà «un evento della società civile in vista delle elezioni più drammatiche dell'ultimo quindicennio». Attenzione, non si tratta di una marcia indietro. Si tratta semplicemente di un cambio di strategia. Che i tre «capipopolo» illustrano in una lettera aperta. «Siccome Berlusconi ha annullato la marcia contro i giudici del 13 febbraio - scrivono -, e siccome quel giorno in tutte le piazze d'Italia migliaia di donne manifesteranno contro l'umiliante modello femminile sbandierato dal premier, ci pare giusto che la loro protesta abbia la precedenza su tutte le altre, evitando inutili sovrapposizioni. Invitiamo dunque tutti i cittadini, soprattutto quelli che avevano accolto con entusiasmo il nostro appello a presidiare il Palazzo di giustizia di Milano a confluire, quel giorno, nella grande manifestazione delle donne». Il gesto di fair play, però, non significa che la battaglia si concluderà così. Per Santoro, Travaglio e Spinelli il momento è grave. Così grave che occorre correre ai ripari: «È ora che in Italia sorga e si organizzi un movimento di Legittima Difesa dei principi che sono alla base della nostra Costituzione. Un movimento che reagisca con tutte le forze disponibili a ogni tentativo di mutilare ulteriormente i poteri di controllo, a cominciare dalla magistratura e dall'informazione». L'appuntamento con la «nascita» di questa nuova creatura è rinviato di qualche settimana, ma il premier non tiri un sospiro di sollievo: «Se il presidente del Consiglio dovesse tornare sui suoi passi, riproponendo iniziative che calpestano principi costituzionalmente garantiti, risponderemo con tutte le nostre forze». Insomma lo scontro è iniziato e anche se i diretti interessati (che firmano la lettera usando la formula «Per Legittima Difesa») ci tengono a far sapere che non si tratta di un'operazione politica ma di una semplice mobilitazione, l'impressione è tutt'altra. Anche perché il testo redatto dai tre «ideologi» di Ld traccia già un abbozzo di programma: basta «impunità per i potenti», basta «conflitto di interessi» e basta con questa classe dirigente che «impedisce ai giovani di prendere in mano le redini della Politica, di accedere alla ricerca e all'università, di avere il lavoro e il futuro che meritano in una società fondata sulle capacità e le pari opportunità». E comunque anche Beppe Grillo, quando lanciò i suoi V-day, voleva solo incanalare il malessere della gente. Poi arrivarono le liste elettorali. Mai dire mai. Intanto, in attesa di potersi misurare con la sfida delle urne (lo ha già fatto alle Europee del 2004 ndr), oggi Michele dovrà affrontare l'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni che, dopo le lettere di quattro commissari e del ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, dovrà decidere se avviare o meno un'istruttoria sulla puntata di Annozero dedicata al Ruby-gate. Il caso è già all'ordine del giorno della riunione del Comitato per l'applicazione del codice di autoregolamentazione sui processi in tv e, sempre oggi, arriverà anche sul tavolo del consiglio di amministrazione della Rai. Si preannuncia una giornata infuocata anche perché stasera Santoro tornerà in diretta su Raidue. Titolo della puntata «Il re nudo». In studio il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli, Annamaria Bernini del Popolo della Libertà e Italo Bocchino di Futuro e Libertà. Al conduttore è arrivata la richiesta del direttore generale di Viale Mazzini Mauro Masi di avere in anticipo la scaletta del programma. «Sono pronto a comunicarla in ogni momento - ha spiegato Santoro - ferma restando la libertà di modificarla». Insomma Michele non ha nessuna intenzione di abbassare il livello dello scontro. Che stia cercando un pretesto per farsi cacciare e ributtarsi in politica?

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