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Il giorno della verità per la Lega Nord

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.È il giorno della verità. Oggi, dopo tante battaglie, la bicamerale sul Federalismo voterà il decreto sul fisco municipale, decidendo, di fatto, il futuro del governo. Pdl e Lega lo sanno e ieri hanno giocato le ultime carte a loro disposizione, tentando in ogni modo di scongiurare il rischio di un pareggio in Commissione. Il classico ago della bilancia, questa volta, è rappresentato dal finiano Mario Baldassarri. La maggioranza lo ha corteggiato a lungo. Il senatore di Fli, ieri, a sorpresa, si è astenuto sui primi quattro emendamenti al decreto presentati dal Pd, dissociandosi dal Terzo Polo e facendo ben sperare i rappresentanti del governo. Il vertice di Baldassarri con Berlusconi e Calderoli a palazzo Grazioli sembrava esser andato a buon fine. L'esponente del Carroccio aveva garantito all'opposizione una nuova, pesante, apertura: la compartecipazione dei Comuni all'Iva. Baldassarri, però, non si è accontentato e ha chiesto al governo un'ulteriore "concessione", quella di creare un fondo ad hoc di un miliardo di euro in favore degli inquilini (da prevedere nella Legge di Stabilità) per consentire anche a loro un vantaggio fiscale dall'introduzione della cedolare secca sugli affitti. «Ho presentato un disegno organico sul quale non è possibile avere risposte parziali», aveva spiegato Baldassarri lasciando San Macuto dopo la sospensione dei lavori alla bicameralina. «Attendo risposte dal governo, ancora non sono sufficienti». Sul fondo per gli inquilini richiesto dal senatore di Fli, il problema è la copertura finanziaria. Per questo Berlusconi, dopo Baldassarri, ha convocato a Palazzo Grazioli il ministro Tremonti. L'ipotesi ventilata era quella di una "istituzione" del fondo con copertura rinviata alla legge di stabilità, ma il titolare dell'Economia non si è convinto. In più, come ha fatto notare lo stesso Calderoli in Commissione, si è aggiunto un impedimento di carattere tecnico: la Legge di Stabilità non permette la creazione del fondo, serve un decreto a parte. Alla ripresa dei lavori, dopo il voto unanime di maggioranza e opposizione che hanno approvato la compartecipazione dei Comuni all'Iva, Baldassarri ha ripreso a votare insieme a Pd, Idv e Terzo Polo. La quasi totalità degli emendamenti è stata respinta, con la Commissione che si è spaccata perfettamente a metà sul 15 a 15, bocciando anche la proposta di modifica sul fondo per gli inquilini. L'ipotesi pareggio, insomma, è tutt'altro che scongiurata. «Fate voi i conti - ha commentato Baldassarri al termine della riunione della bicameralina - È stata accettata la compartecipazione all'Iva ma sono state respinte le nostre proposte sulla cedolare, sulla prima casa e anche sul fondo per gli inquilini», dunque «restano gli squilibri iniziali che avevamo denunciati e non è un provvedimento pienamente di federalismo municipale». Il pareggio complicherebbe l'iter del provvedimento a causa di una differente interpretazione che maggioranza e opposizione danno dell'articolo 7 del regolamento della bicameralina. Per il presidente della Commissione, Enrico La Loggia (Pdl), pareggio significa voto «non espresso» e quindi il provvedimento può andare direttamente al Consiglio dei ministri e poi sulla Gazzetta ufficiale. Differente l'interpretazione dell'opposizione: in caso di parità il provvedimento è da considerarsi bocciato e il governo può licenziare solo il testo approvato in Parlamento lo scorso agosto; per dare il via libera al nuovo testo, c'è invece bisogno di una relazione alle Camere (con eventuale voto) e un tempo di attesa pari a trenta giorni prima dell'ok del Cdm. La Loggia ha chiesto un chiarimento ai presidenti di Camera e Senato, che - hanno risposto - indicheranno il da farsi se si dovesse, come è probabile, presentarsi il caso. Il federalismo, insomma, è in mano a Schifani. E a Fini, il leader di Fli. I vertici della Lega poi, in serata, si sono recati a Palazzo Grazioli. Alcuni senatori del Pdl riferiscono che Umberto Bossi è stato categorico: dobbiamo portare a casa il federalismo, c'é il rischio che salta tutto».

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