Fassina: è un'idea di Veltroni, non del Pd
«Ma quale patrimoniale? L'abbiamo detto e ripetuto mille volte, noi, il Pd, un'imposta sul patrimonio non la vogliamo». Stefano Fassina, responsabile economico del Partito Democratico punta i piedi. Dopo le uscite di Giuliano Amato e Pellegrino Capaldo che hanno caldeggiato l'introduzione dell'imposta come soluzione obbligata per ridurre il debito pubblico, e dopo la reazione del Pdl e del presidente Berlusconi, nel Pd serpeggia il timore di essere etichettati come il partito delle tasse. Un'etichetta, che in clima da voto anticipato, fa gelare il sangue al partito di Bersani già in emorragia di consensi. Allora, Fassina, come stanno le cose? Ma voi questa patrimoniale come la volete? «Ecco, la domanda così come è posta è sbagliata. Noi la patrimoniale non la vogliamo e lo abbiamo detto chiaro e tondo». Non molto chiaro visto che il premier Berlusconi è intervenuto più volte a ribadire che il Pdl invece non metterà mai un'imposta del genere. «Il Pd ha approvato l'8 e 9 ottobre scorsi a Varese una proposta complessiva di riforma fiscale che esclude la patrimoniale. Piuttosto è la normativa sul fisco municipale voluto dalla Lega che prevede un raddoppio della patrimoniale con l'Imu. L'Imu che sostituisce l'Ici è di fatto una patrimoniale mascherata dal momento che raddoppia l'imposta per per artigiani, commercianti e piccoli imprenditori». Che dice della proposta di Giuliano Amato e Pellegrino Capaldo che hanno sollecitato l'introduzione dell'imposta? «Non mi pare che Capaldo e Amato siano iscritti al Partito Democratico, sono professori e studiosi illustri e parlano a nome proprio. Quindi ciò che dicono non è riconducibile al nostro programma». Veltroni però, è stato segretario del partito e in un recente intervento al Lingotto ha parlato di patrimoniale... «Veltroni non parlava come segretario del Pd, ha parlato a nome suo e della sua corrente. Il Pd ha una posizione diversa e io stesso sono intervenuto a ricordare che siamo contro la patrimoniale». A quanto mi dice siamo alle solite divergenze... «Nessuna divergenza. L'assemblea nazionale che è il massimo organismo ha votato all'unanimità per escludere la patrimoniale. Il 60% del patrimonio italiano è fatto da abitazioni che per la maggior parte sono la prima casa e un 10% di conti correnti bancari e postali e titoli di Stato; non ha senso tassarli. Poi c'è la ricchezza che è stata esportata nei paradisi fiscali e che si è valsa del condono a prezzi stracciati del ministro Tremonti. La proposta fiscale del Pd è stata approvata dal Parlamento e non prevede, lo ripeto, nessuna patrimoniale». E l'Ici? «La proposta del Pd sul fisco municipale non prevede l'Ici anzi noi proponiamo l'eliminazione dell'Ici sulla seconda casa in caso di affitto concordato».