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Massimo inciucio

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Massimo D'Alema

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La grande ammucchiata. Una marmellata indistinta di tutti partiti che non stanno con Berlusconi, frullati e messi insieme con l'unico scopo di battere il Cavaliere. Con elezioni da fare subito. Massimo D'Alema, maitre a penser inossidabile della sinistra, ha rilanciato la proposta prima con un'intervista su La Repubblica e poi intervenendo alla trasmissione «In mezz'ora» di Lucia Annunziata. Idea non proprio nuovissima visto che l'aveva già ipotizzata prima dell'estate Goffredo Bettini, anche lui mente pensante, ma più nascosta, del Pd. Però con una variante: il progetto prevede prima di assorbire Vendola nel Pd e poi mettere insieme tutte le forze politiche contrarie a Berlusconi. Una mossa che dovrebbe servire a rendere più digeribile l'alleanza a Pier Ferdinando Casini al quale l'idea di presentarsi in un gruppone elettorale di cui fa parte anche un partito con a capo il Governatore della Puglia fa venire l'orticaria. Massimo D'Alema, invece, va più per le spicce: visto che non c'è tempo – né possibilità – di fare entrare Vendola nei Democratici, facciamo subito l'ammucchiata. Tutti insieme, dal terzo Polo a Di Pietro, per dare vita a un governo costituente. Un'idea che parte da un dato concreto – e demoralizzante – per l'opposizione: in Parlamento il governo non si riesce a battere. E il premier gliel'ha ricordato negli ultimi giorni mettendo in fila tutte le prove di forza che sono state tentate contro di lui dal 14 settembre a oggi: il centrodestra ha vinto 7 a 0. Così D'Alema rispolvera la Santa alleanza delle opposizioni contro il nemico numero uno, l'orco, il pericolo pubblico da abbattere. «Di fronte al conflitto istituzionale permanente e alla paralisi politica, le opposizioni sono chiamate a una forte assunzione di responsabilità – spiega nell'intervista a La Repubblica – Qui c'è una vera e propria emergenza democratica. Se ne esce solo con un progetto di tipo costituente, che fa coincidere la conclusione del ciclo berlusconiano con la fine di una certa fase del bipolarismo e raduna il vasto schieramento di forze che si oppongono a Berlusconi: presentiamoci agli elettori e chiediamogli di sostenere un governo costituente». L'ex presidente dei Ds non fa il nome di chi dovrebbe guidare questo cartello elettorale ma si sa che il suo candidato preferito è Casini. Il quale però ieri gli ha risposto con un sì non troppo convinto. L'idea sta in piedi – è il ragionamento del leader dell'Udc – solo se accettiamo di essere in una situazione di emergenza. «E io mi auguro che non sia così» è la sua conclusione. Chi invece ha risposto con un no netto è Antonio Di Pietro. Battezzando l'idea come un «accoppiamento contro natura». «Una coalizione deve avere un programma comune – ha spiegato – e quella teorizzata dall'esponente del Pd, è poco convincente perché vi prenderebbero parte forze politiche molto diverse tra loro». Ma c'è anche chi nel Pd considera quella di D'Alema una proposta tattica, l'estremo tentativo di convincere Berlusconi a fare un passo indietro con il timore di non riuscire a rivincere le elezioni. E magari cercando di convincere Bossi a staccarsi dal Cavaliere. Non per niente il presidente del Copasir usa parole di miele verso il Carroccio: «La Lega è un partito vero e ha un futuro che va oltre Berlusconi. Ciò le consente di pensare con la propria testa». Secca la replica del capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni che fa capire all'esponente del Partito Democratico che al momento il suo partito non ha alcuna intenzione di scaricare Berlusconi. Come del resto ha ribadito anche nei giorni scorsi Umberto Bossi. «La Lega Nord è un movimento di popolo abituato a guardare alle cose concrete – è la risposta di Reguzzoni – Ci siamo presentati alle elezioni insieme a Berlusconi con un programma che ha al primo posto il federalismo fiscale e stiamo lavorando per realizzarlo. Ogni altra formula deriva da manovre di palazzo che non ci interessano e non ci appartengono».

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