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È sempre più certo che il voto di giovedì prossimo in commissione bicamerale per il federalismo fiscale sul fisco municipale si risolva in un pareggio dopo il no annunciato ieri da Di Pietro.

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Arrivaa tagliare la testa al toro, l'interpretazione del capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto che in un certo senso dà ragione alla lettura scelta dall'opposizione ma che di fatto allunga, di ben un mese, i tempi dell'approvazione definitiva del provvedimento. Ma dà al via libera la legittimità dell'Aula. Diversa, invece, la lettura data dal presidente della commissione bicamerale, Enrico La Loggia, che tende a valutare l'eventuale pareggio come un «parere respinto e dunque "non espresso"», che darebbe al governo la possibilità di varare subito il decreto in Cdm senza passare per le Camere. Diversa invece l'interpretazione dell'opposizione, cui sembra dar ragione anche Cicchitto quando dice che «il pareggio consente comunque di andare avanti in Parlamento». Volendo approvare comunque il decreto con le modifiche di questi giorni contenute nel parere respinto, secondo questa lettura delle norme, il governo dovrebbe agire come previsto in base a un altro passaggio della legge 42 che recita: «il governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, ritrasmette i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni e rende comunicazioni davanti a ciascuna Camera. Decorsi trenta giorni dalla data della nuova trasmissione, i decreti possono comunque essere adottati in via definitiva dall'esecutivo». Il Bilancio alla Camera la situazione è, sulla carta, di 24 voti pari, contando il voto anche del presidente leghista Giancarlo Giorgetti che, per prassi, non vota.

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