Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

La tv? Prospera sulle telefonate in diretta

Santoro durante la trasmissione

  • a
  • a
  • a

Una domanda sorge spontanea. Ma se Masi e Santoro avessero fatto una sceneggiata? Se si fossero messi d'accordo prima - il baffo del dg in doppiopetto unito al ghigno di Michelechi? in maglione - per scontrarsi in diretta e far balzare l'audience? Insomma, se 'sta storia delle telefonate senza rete è un bel piano di mamma Rai e dei network concorrenti? Col fine ultimo (beh, Machiavelli insegna) di impennare gli ascolti a costo zero? Insomma, basta sollevare la cornetta, fronteggiare il nemico, alzare la voce, abbozzare una parolaccia, concludere attaccando il ricevitore in faccia al contendente e alle folle televisive tutte e zac, il gioco è fatto. Il giorno dopo ti trovi col 25 e passa di share, com'è successo ieri a Santoro. Così, d'amblè. Senza lambiccarti il cervello per gli ospiti, senza svenarti col cachet dei divi, senza circuire i press agent. Una litigata al cellulare e via: il periodo di garanzia vive di rendita per una settimana, gli investitori pubblicitari si mettono in fila per la prossima puntata. E infatti, leggiamo il copione delle ultime risse. Santoro a Masi, qualche puntata fa: «Ma vaffan...bicchiere». E il Direttorone manda giù, senza una grinza. L'altroieri l'intrepido Mauro, donchisciotte di maggioranza, ci riprova. Non passano cinque minuti dalla sigla di «Annozero» che compone il numero e attacca: «Mi devo dissociare nella maniera più chiara dal tipo di trasmissione che sta impostando...». Santoro non aspetta altro. Manda la telefonata, ribatte ringhioso, poi interrompe il collegamento con un «Buonanotte!» al «padrone» che è peggio di uno sfottò. Teatrino anche da Lerner, su La7. È lunedì 24 gennaio, il sornione Gad imposta «L'infedele» su Ruby, invita la Zanicchi, una che non le manda a dire. Senonché piomba sullo studio la voce di Berlusconi, reduce da un fallito tentativo di incursione a «Ballarò». È un crescendo di «parolacce». «Spettacolo vergognoso, conduzione spregevole e ripugnante», va al diapason Silvio. Fino all'acuto: «La signora Zanicchi lasci quel postribolo televisivo». A Lerner tremano le lenti da miope e sbotta: «Cafone!». Ora, pensate l'effettone sulla casalinga di Voghera, sul pensionato di Potenza, sui terroni e sui lumbard, sui romanacci e sui pulecenella: tutti inchiodati al digitale, meglio che a una finalissima di Campionato del mondo con gli azzurri in campo. «Dagli addosso, caccialo via, volemo il sangue» s'eccita il volgo. I match sono uno spasso, portano all'ennesima potenza lo scazzo perpetuo che oppone berluscones a antiberluscones e spacca l'Italia nella guerra per bande. E pensare che a inaugurare la chiamata in diretta fu quel sant'uomo di papa Wojtyla. Era il 14 ottobre 1998. «Porta a porta» di Bruno Vespa celebrava i suoi 20 anni di pontificato. «Vorrei ringraziarla per tutto quello che avete detto», esterna Giovanni Paolo II. «Santità, grazie» replica con un filino di voce il conduttore. E poi a Letizia Moratti, presente in studio: «Anche i giornalisti hanno un'anima». Bei tempi.

Dai blog