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Nessun accordo tra l'Anci e il governo. Bossi: ai Comuni dato tutto

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Ilpresidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, lasciando il ministero del Tesoro dove ha incontrato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e quello della Semplificazione Roberto Calderoli, ha spiegato che «la trattativa va avanti e il Governo dovrà valutare se tenere conto o meno dei nostri emendamenti». Le questioni principali ancora aperte riguardano «i tempi per le addizionali Irpef e per la tassa di soggiorno; le modalità e la dimensione delle aliquote di equilibrio; e la verifica sulla base imponibile e l'entità del gettito». Bossi è subito intervenuto per precisare che «ai Comuni è stato dato tutto quello che chiedevano». Ma altri ostacoli al federalismo vengono dai presidenti delle Regioni del sud che sono convinti che non ci sarà la tanto sbandierata diminuzione delle tasse. La presidente della Regione Lazio Renata Polverini ha ammonito: «Faremmo una cosa molto sbagliata se davanti a questa straordinaria riforma ci facessimo prendere dalla fretta, o dall'egoismo di chi vuole portare a casa un risultato politico». Il governatore dell'Abruzzo, Giovanni Chiodi sostiene che «il federalismo dovrebbe portare ad una riduzione della pressione fiscale, sotto al 40% ma non è affatto scontato che ciò avvenga». E come la Polverini rilancia la necessità di un Senato delle Regioni. «Serve un luogo di confronto tra Stato e Regioni». Ne è convinto anche il presidente del Molise, Michele Iorio. La riforma fiscale dovrebbe puntare a ridurre le tasse sul lavoro dipendente e le pensioni e spostare il peso sui consumi, a partire dall'Iva, è la ricetta del leader della Cisl Bonanni, secondo il quale «non c'è federalismo se non c'è riequilibrio fiscale». Ma quale aumento delle tasse, dice il ministro Fitto. «Piuttosto si determinerà una riduzione della pressione fiscale».

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