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Il governo tende la mano ai comuni

Il ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli

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All'improvviso sembra essere arrivato il punto di svolta che i Comuni italiani aspettavano da tempo. Pare materializzarsi, infatti, la messa a punto da parte del governo di un nuovo decreto legislativo in materia di federalismo municipale che sappia tener conto dei tanti rilievi che i sindaci avevano evidenziato giovedì scorso dopo l'Ufficio di presidenza dell'Anci. A dare l'annuncio ci ha pensato ieri, dopo un lungo braccio di ferro al ministero dell'Economia con il titolare della Semplificazione Roberto Calderoli, il vicepresidente dell'Anci Osvaldo Napoli. Anche se il presidente della Commissione bicamerale sul federalismo fiscale Enrico La Loggia frena un po' gli entusiasmi: «Non sarà un nuovo testo ma si tratterà di "innesti puntuali"». Nel confronto di ieri a via XX Settembre l'Anci ha comunque presentato una sua proposta di decreto che, ha ricordato Napoli, «in molti punti è stata giudicata accettabile da Calderoli». Oggetto del confronto lo sblocco dell'addizionale Irpef, il suo ricalcolo dal 2014, l'ammontare del fondo perequativo e la revisione dello 0,74% sulla tassa immobiliare. E naturalmente l'Imu, sulla quale secondo Napoli c'è l'impegno del governo a garantire una soluzione efficace. Nonché la tassa di soggiorno, soprattutto per quanto riguarda le modalità e l'inizio della sua applicazione. Ottimista La Loggia. «Sono convinto - ha spiegato entrando al ministero dell'Economia dopo la riunione dell'Anci - che il nuovo testo concertato possa essere migliore e soprattutto che le richieste dei Comuni possano essere prese seriamente in considerazione». Intanto l'Anci scalda i motori e ha già fatto sapere di avere indetto per domani un Ufficio di Presidenza per fornire valutazioni sul confronto con il governo, anche e soprattutto alla luce dei precari equilibri finanziari dei municipi dopo la riduzione dei trasferimenti. E se il fronte istituzionale sembra prossimo a trovare una soluzione, quello politico si infiamma. Con il Pd che attacca il testo che considera un «pasticcio» visto che, denuncia il relatore delle opposizioni in bicamerale Giuliano Barbolini, «mancano ancora le relazioni tecniche per valutare le modifiche proposte dal governo al decreto sul federalismo municipale approvato dal Cdm il 5 agosto scorso». Davide Zoggia, responsabile Pd per gli Enti Locali, parla invece di «approccio approssimativo» dell'esecutivo, «dove contano di più gli annunci che la sostanza dei provvedimenti». Sulla stessa linea il responsabile economico del partito Stefano Fassina, che punta il dito sulla Lega, rea di aver «tradito il federalismo: siamo ormai al terzo decreto senza che emerga una seria proposta che sappia coniugare autonomia finanziaria dei Comuni e capacità di perequazione tra territori». Dura anche la Uil, secondo cui la compartecipazione dei Comuni al gettito dell'Irpef nazionale può far aumentare la pressione fiscale locale del 31%, pari a 40 euro medi pro-capite. Intanto La Loggia ha annunciato che la Bicamerale darà il suo parere sul nuovo decreto mercoledì 2 febbraio, termine ultimo concesso dalla Lega per l'approvazione del testo.

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