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I pm che sbagliano pagheranno

Un'aula di tribunale

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Chi sbaglia paga. Anche i giudici. È questa la convinzione degli avvocati-parlamentari del Pdl che difendono il premier. Tanto da arrivare a presentare una proposta di legge, composta da sei commi, per punire i pubblici ministeri che commettono errori. E soprattutto quelli che utilizzano in maniera illegittima le intercettazioni telefoniche. L'intenzione del parlamentare Luigi Vitali, e di altri trenta colleghi, è quella di riuscire a inserire l'articolo 315 bis nel codice di procedura penale, proprio per colpire chi utilizza in modo «abusivo» questo strumento investigativo. Nei commi, però, c'è ancor di più. Vengono spiegate anche quali potrebbero essere le sanzioni ai danni dei pubblici ministeri: il pagamento di cifre fino a 100 mila euro, prevedendo la norma la responsabilità contabile degli stessi magistrati. Come dire che dovrebbero pagare con il proprio denaro. La proposta di legge sulla «riparazione per ingiusta intercettazione di comunicazioni telefoniche o di conversazioni» contiene una parte che prevede sanzioni quando viene pronunciato «un decreto od ordinanza di archiviazione e una sentenza di non luogo a procedere». Insomma, ogni volta che viene assolto o prosciolto, un imputato può chiedere che venga punito il magistrato che ingiustamente lo ha intercettato durante le indagini. Sempre sul fronte intercettazioni, un pool di tecnici, avvocati e parlamentari del Pdl, stanno cercando di capire se sia o meno legittimo usare, senza l'autorizzazione della Giunta della Camera, i tabulati telefonici solo per stabilire chi, in un determinato periodo, abbia avuto contatti con Berlusconi nella sua residenza privata. Se venisse riconosciuta l'illegittimità dell'utilizzo dei tabulati, per gli avvocati del premier tutti gli atti dell'inchiesta che ne sono derivati potrebbero essere dichiarati nulli. «Non sembra che siano stati utilizzati i tabulati telefonici per cercare una persona in particolare, ma per capire chi frequentasse la casa del premier a 360 gradi e con quale frequenza e questa, se così fosse, sarebbe un'ingerenza seria nella vita di un parlamentare», ha dichiarato Manlio Contento, deputato Pdl.

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