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Ma la politica spera nella cautela

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C'èpoi chi, come Rocco Buttiglione, spera di far cambiare idea alle gerarchie ecclesiastiche. L'Avvenire ha usato termini forti, definendo la vicenda come una storia «che ferisce e sconvolge». Su questo tutti i parlamentari sono concordi, e lo sono anche nel leggere come un segno di cautela il richiamo a «tutti» a fare «per intero la propria parte» per uscire da questo «irrespirabile polverone». Sono state interpretate come un ulteriore segnale di cautela le parole del Sir, che chiede semplicemente di fare «chiarezza». «Amareggiato» è Giovanni Bachelet (PD), figlio dell'ex presidente di Azione cattolica Vittorio: «Mi sembra un po' pochino di fronte al silenzio pluriennale della Chiesa e, al contrario, all'ostilità verso personalità come Prodi, Scalfaro o Bindi, accusati di indebolire la morale cattolica; c'è stata una sproporzione. Ora la Chiesa dovrebbe riflettere sul proprio appoggio di quello che hanno presentato come il "defensor fidei"». Concorda Stefano Graziano, deputato vicino a Marco Follini: «Troppo cauti. Ci voleva una nota di padre Lombardi. Così Berlusconi si sentirà forte e resisterà». Walter Verini, che non è cattolico, chiedendo a sua volta come interpretare Avvenire osserva: «Sembra la sibilla cumana, "ibis redibis non morieris in bello"..., ognuno se la interpreta a modo suo». Nel centrodestra si è rimasti con il fiato sospeso in attesa dell'intervento di Bagnasco. E il sibillino «ha già parlato Avvenire» del presidente della Cei è stato letto come la volontà di non infierire. Certo, come osserva Adriano Paroli, sindaco di Brescia vicino a Cl, dal presidente del Consiglio ci si aspetterebbe «un po' più di sobrietà». Ma il mancato affondo ha spinto parlamentari vicini agli ambienti ecclesiastici, come Maurizio Lupi o Francesco Giro, a sperare di raddrizzare la situazione.

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