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La soddisfazione del ministro Alfano «Confermato il principio della legge»

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Cosìil ministro della Giustizia Angelino Alfano commenta la sentenza della sentenza della Consulta. «Vi sono, infatti, casi specifici e tipici in cui chi è chiamato a governare può legittimamente far prevalere gli impegni di governo rispetto al processo cui sarebbe chiamato. Ciò - sottolinea il Ministro - senza estinguere il processo stesso o fare decorrere il tempo della prescrizione». Il capo del dicastero di via Arenula ha poi continuato, sostenendo che «sono surreali le grida esultanti di una sinistra che scommetteva sulla bocciatura della legge sul presupposto che era tutto già scritto e compreso nella fattispecie prevista dal vigente codice di procedura penale all'articolo 420 ter. Questa scommessa la sinistra l'ha persa». E ancora: «Siamo convinti che il principio di leale collaborazione spingerà i giudici a non tradire lo spirito di questa sentenza. Attendiamo comunque di leggere le motivazioni per una più approfondita valutazione della decisione». Proprio delle motivazioni ha parlato anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni: «Non commento, non ho letto la sentenza e non faccio commenti». La decisione della Consulta sul legittimo impedimento «ha una sua contraddizione: avalla la legge nella sua ispirazione fondamentale e poi, invece, si mette in moto un meccanismo che porta al contenzioso fra il magistrato e il presidente del Consiglio e ciò darà vita a un conflitto permanente», ha detto Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl. Non è mancato neanche il commento del coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, che considera la sentenza della Corte Costituzionale «non negativa» poiché «salvaguarda l'impianto della legge. Bicchiere mezzo pieno. Secondo la pronuncia della Consulta il giudice può decidere se è differibile o meno l'impegno del presidente del Consiglio o dei ministri per giustificare il legittimo impedimento. Io credo che se ci sarà un leale rapporto tra i poteri e io confido che ci possa essere, leggo la sentenza in modo non negativo».

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