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«Il governo dia un segnale e chiuda l'ambasciata»

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«Ilgoverno italiano ha fatto tutto il possibile, rispettando le regole del gioco politico, istituzionali e giuridiche. Adesso però dica basta. Il 4 gennaio saremo al sit in davanti all'ambasciata brasiliana: stiamo valutando se chiedere che venga chiusa». Va giù duro - e come non dargli ragione! - Alberto Torregiani, il figlio del gioielliere ucciso nel 1979, responsabile nazionale del dipartimento Giustizia del Movimento per l'Italia, che commenta così la notizia dell'Avvocatura generale del Brasile che ha raccomandato al presidente Luiz Inacio Lula da Silva di negare l'estradizione in Italia di Cesare Battista. Ma non è il peggior rospo da ingoiare. «L'unica pecca del governo italiano è che avrebbe dovuto avere più fermezza e determinazione in tempi più remoti - precisa Torregiani - Non siamo sorpresi dalla notizia dell'Avvocatura generale del Brasile, ci aspettavamo questa decisione. Ora mi aspetto che il nostro governo faccia qualcosa se è veramente interessato a ottenere giustizia per i suoi cittadini. Valuti anche la chiusura della nostra ambasciata in Brasile». «Anche perchè, in caso contrario, si creerebbe un precedente pericoloso - sottolinea Torregiani - se il Brasile negherà l'estradizione, chiunque potrebbe sentirsi autorizzato in futuro a fare stragi in Italia per poi scappare in Brasile, Francia o Svizzera. Un governo democratico non può permettersi di cadere in questo tranello». E sul caso si è sollevato un coro quasi unanime e bipartisan: in campo per l'estradizione dell'ex terrorista anche il Pd con una lettera-appello a Lula «uomo di sinistra, perché pensiamo - scrivono Piero Fassino, Emanuele Fiano e Andrea Orlando a nome del Pd nella missiva consegnata all'ambasciatore Filho - che nessun principio garantista e nessuna salvaguardia dei diritti universali dell'uomo può giustificare l'eventuale non concessione dell'estradizione». «Ci auguriamo che il presidente Lula non diventi complice del pluriomicida Battisti concedendogli l'asilo» ha rimarcato il presidente dell'IdV, Antonio Di Pietro, mentre Clemente Mastella, segretario dei Popolari per il Sud, parla di «grande amarezza» riferendosi al possibile «no» dell'estradizione. Cantano già vittoria, invece, i comunisti: Rifondazione e la Sinistra, ecologia e libertà. «Crediamo che l'Italia, il suo governo così come tutte le sue forze politiche, debbano rispettare qualsiasi decisione il presidente Lula prenderà sul caso Battisti» afferma il segretario Prc Paolo Ferrero mentre Paolo Cento, della presidenza Sel, sostiene che la decisione di Lula «deve essere rispettata». Un eventuale «no» all'estradizione di Cesare Battisti «non sarà senza conseguenze», aveva intanto annunciato ieri il ministro della Difesa Ignazio La Russa dicendosi pronto ad «appoggiare iniziative di boicottaggio» e parlando di possibile «grande ferita nei rapporti bilaterali».

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