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Attentato a Fini, Gianfry querela tutti

Gianfranco Fini

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E ora scatta l'inchiesta. La Procura distrettuale di Bari ha infatti aperto un fascicolo per «attentato per finalità terroristiche o di eversione» (art.280 del codice penale) dopo le rivelazioni fatte da Libero. In un editoriale lunedì il direttore Maurizio Belpietro aveva rivelato di un progetto di un attentato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, da compiere in una sua prossima visita ad Andria. Il piano prevedeva poi di far ricadere la colpa dell'agguato su Silvio Berlusconi per screditare il premier. Nello stesso articolo si parlava anche di una escort che avrebbe raccontato di aver avuto incontri sessuali con la terza carica dello Stato nelle vicinanze di Reggio Emilia nell'ultimo anno. Ieri Il Giornale ha titolato in prima pagina: «L'intervista a luci rosse che getta fango su Fini». E nel testo si racconta di un video di questa presunta prostituta che avrebbe narrato nei minimi particolari gli incontri. Il portavoce di Fini, Fabrizio Alfano, ha dichiarato ieri in una nota: «In relazione a quanto pubblicato lunedì e martedì dai quotidiani Giornale e Libero, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha dato mandato di adire le vie legali a tutela della propria onorabilità». «Quest'attacco di Libero è una cosa pazzesca. Affermazioni di cui è inutile cercare la coerenza. Siamo al ventilatore acceso, al fango che schizza in ogni direzione». Naturalmente i finiani scendo in campo a difesa del loro leader. A partire dalla direttrice del Secolo Flavia Perina: «Una volta nei passaggi politici più delicati scoppiavano le bombe, oppure venivano rapiti gli statisti, oggi si videoregistrano non meglio identificate escort». Dal Pdl in verità restano tutti a distanza dal caso. Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato, puntualizza: «Capisco la riservatezza delle fonti per un giornalista però sarebbe bene portare alla magistratura tutti gli elemnti per capire come stanno le cose. Il nostro dissenso da Fini è politico, questa vicenda andrà accertata a questo punto dai magistrati. Ritengo che il confronto debba rimanere su temi politici».

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