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«Spero che Andrea possa ancora accarezzarmi»

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L'amputazionedella mano sinistra è stata scongiurata dall'equipe del prof. Niccolò Scuderi, direttore della divisione di Chirurgia plastica del Policlinico Umberto I di Roma. Ma la funzionalità, chissà, è troppo presto per dirlo. E la moglie di Andrea Clemens, addetto alla posta dell'ambasciata svizzera con un passato da guardia svizzera del Papa, continua a sperare e a pregare «perché al miracolo della ricostruzione dell'arto possa seguire anche quello di una piena efficienza di movimento» dice Maria Naiyana, che ricorda la terribile telefonata di ieri mattina che l'avvisava di quel che era successo. «Mi hanno chiamato alle 12.30 dall'ambasciata - racconta la signora Naiyana -. Quando ho saputo della bomba ho temuto per la sua vita e ho continuato a farlo anche quando mi hanno comunicato che aveva principalmente problemi alle mani». È sgomenta, non si spiega tanta violenza. «Mio marito lavora come addetto alla posta da sei anni e finora non era mai successo niente del genere - dice -. Non riesco a comprendere come sia stato possibile, né chi possa essere stato. La Svizzera è un paese così tranquillo, neutrale...». I medici hanno lavorato ore e ore, recuperando ogni minimo frammento di osso, pelle, nervi e polpa. E alla fine hanno tirato un respiro di soddisfazione. «L'intervento chirurgico è terminato, siamo riusciti a fare una buona ricostruzione e pensiamo che alla lunga l'uomo non dovrebbe avere danni drammatici - ha spiegato il prof. Scuderi -. Dovrebbe riuscire a recuperare buona parte della funzionalità della mano sinistra. I problemi maggiori riguardano soprattutto un dito: l'anulare». Per Scuderi è quindi scongiurato il rischio di amputazione della mano, anche se precisa che «è necessario aspettare qualche giorno per sciogliere la prognosi». Oltre alle ferite alla mano, Clemens ha riportato anche diverse fratture. «Abbiamo riscontrato - sottolinea Scuderi - fratture di metacarpo, ulna e radio». G. M. Col.

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