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Rutelli: non si governa con Vendola e Di Pietro

Francesco Rutelli

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Senatore Francesco Rutelli, crede davvero che il terzo polo possa cambiare il Paese?  «Un anno fa sono partito da tre punti di analisi che ora sono sotto gli occhi di tutti. La crisi irreversibile del Pd, la rottura tra Fini e Berlusconi e il potere ormai dominante della Lega nella maggioranza di governo. Peraltro ho detto spesso che sarà la Lega a staccare la spina a Berlusconi, mi sembra che stiamo andando in questa direzione. Dunque c'era la necessità di far nascere un nuovo polo nell'area politica centrale e, soprattutto con questa crisi economica, di aprire una nuova fase puntando a un governo di larga condivisione».   Che tipo di esecutivo?  «Un governo di responsabilità con il nuovo polo e con tutti i moderati di centrodestra e centrosinistra. Del resto in Italia le riforme non le ha fatte né la sinistra condizionata dalle ali estreme, né il centrodestra ostaggio della Lega».   Bè, intanto Berlusconi va avanti e poi, scusi Rutelli, ma come farà ad andare d'accordo con Fini e Casini? Non è che state insieme soltanto per necessità?  «Già quando ho fondato Api, dunque in tempi non sospetti, ho detto che la mia aspirazione era mettere insieme queste tre esperienze. Era e resta il nostro obiettivo. Il discorso di Fini a Mirabello e il mio a Labro a settembre sono sovrapponibili e anche le cose che diciamo oggi sul Paese sono convergenti».   Sì ma lei e Fini siete ricordati, soprattutto a Roma, come avversari... «Capisco che può sorprendere che gli avversari di diciassette anni fa ora si uniscano, ma è proprio questa la cosa più positiva del nostro percorso. Il punto di fondo comunque resta sempre che dobbiamo incontrarci in un governo di responsabilità con tutti i moderati e i riformisti perché la crisi italiana è ormai troppo profonda».   Ma quanto vale il terzo polo? «Ha uno spazio enorme, tra i delusi del centrodestra e quelli del Pd che è tornato Pds. I sondaggi mostrano che Udc, Fli e Api sarebbero al 14-15 per cento. Ma, come tendenza, andiamo verso il 20. In più non va sottovalutata l'area dei non votanti, che è il vero patrimonio che si trova davanti il nuovo polo».   Gli esponenti del centrodestra hanno un parere molto diverso... «Lo so. Le loro dichiarazioni sono un indizio della preoccupazione che provano. Ovviamente penso che il terzo polo sia soltanto ai primi passi e che ci attende un percorso impegnativo, ma sono convinto che ce la faremo».   Il segretario del Pd, Bersani, ha aperto al centro ma ha ricevuto molte critiche soprattutto dalla base. Crede che il Pd, per allearsi con voi, dovrebbe lasciare Vendola e Di Pietro? «Il nostro polo nasce con il proposito di essere autonomo, visto il fallimento sia dello schieramento Berlusconi-Bossi-Scilipoti sia dell'altro Pd-Vendola-Di Pietro. Aspettiamo che il Pd prenda una decisione». Sì ma lei cosa consiglierebbe a Bersani?  «Non do consigli, valuterà il Pd. Dico soltanto che abbiamo avuto già troppo spesso l'incubo di una coalizione con la sinistra radicale e giustizialista. Io non tornerei mai indietro». Ma con voi verrà anche il presidente della Ferrari Montezemolo? «Per ora non c'è. Non mi pare che Montezemolo voglia impegnarsi in politica ma sarebbe il benvenuto».   E se il governo Berlusconi dovesse portare avanti provvedimenti sulle famiglie o sullo sviluppo, lei lo sosterrebbe?  «Sono pronto a fare riforme serie anche con Berlusconi. Tuttavia mi sembra evidente che in questi anni sono mancate proprio le occasioni riformatrici. Appena è arrivata una riforma decente, quella dell'università, abbiamo collaborato per migliorarla. Ma è il Paese ad essere bloccato. Basta vedere ciò che sta accadendo a Roma, dove c'è Alemanno ma sembriamo tornati ai tempi di Sbardella: siamo ai carrozzoni, con l'occupazione di clan e gruppi di potere. Vale per la Capitale ma anche per la Lega che occupa le banche e moltiplica gli enti: altro che federalismo moralizzatore! E poi c'è stata un'enorme crescita della corruzione: dove ti volti hai la sensazione che abbiamo un problema di ricostruzione civile del Paese. Per questo dico che i moderati e i riformisti dovrebbero unirsi».   A proposito, che ne pensa degli scontri del 14 dicembre e delle polemiche di questi giorni?  «Alla manifestazione c'erano migliaia di persone col volto coperto, è intollerabile. Tempo fa anche la Sinistra aveva affermato che il burqa dovesse essere considerato fuorilegge. E ora qualcuno vuole giustificare i manifestanti col volto coperto? No, no. Il movimento studentesco, che ha certamente motivi per protestare, deve però sbarazzarsi o almeno condannare i violenti e poi, come ho detto ieri al Senato, chi rompe paga. E così deve pagare chi colpisce un agente delle forze dell'ordine».   È preoccupato? «In Italia sta esplodendo una questione giovanile legata a una diffusa sfiducia nel futuro. Per questo penso che il terzo polo dovrà avanzare prioritariamente un progetto nazionale per il lazvoro e l'impresa rivolto ai giovani». D'accordo il terzo polo e i moderati ma sembra che la Chiesa preferisca Berlusconi... «È fisiologico che la Chiesa abbia un atteggiamento di realismo verso chi governa ma sarebbe sbagliato considerarlo una scelta politica. Colgo invece grande e diffuso interesse per la nostra proposta nel mondo cattolico».   Sì ma tra voi dell'Api, l'Udc e soprattutto Fli sono piuttosto marcate le differenze sui temi etici.  «Ci sono differenze anche nelle singole famiglie. Credo invece che il nuovo polo sarà in grado di scegliere e di far compiere un passo in avanti a quella che chiamo "laicità moderna", cioè più simile a quella americana che a quella di certi Paesi europei dal laicismo antireligioso».  

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